martedì 4 novembre 2008


la bell'alba dell'agrume azzurro

quant'è spazioso il cielo quando piove così, poco alla volta. bianco lenzuolo steso ad asciugare, tenuto su dal più dolce dei venti. era Parigi, ottobre, erano i sindacati in strada per non so cosa, a place de la République. era il rosso delle bandiere, o di un fumogeno. no, quello era marzo, ed era Sevres Babylon. e veniva da piangere, con la sciarpa fin sul naso.
sotto quel cielo lì, io penso. penso che un mal di testa non è per forza doloroso. ci sono mal di testa che non fanno male, che ti rinfrescano la memoria e l'identità. proprio come quando passi una giornata in casa senza mettere il naso fuori dalla finestra, e di colpo dopo pranzo scendi in strada. quel mal di testa lì, quel socchiudere gli occhi sotto al lenzuolo luminoso, luminale, liminale. limonale.
passeggio sfogliando il vento, come tra biancherie pulite. kipling senza gli animali, l'alba minerale. ma con un tocco in più di foresta, di kenzo, di giardino coi cedri, di foglie spesse, verdi e azzurre.

chiamo me stesso al cellulare. occupato, sempre occupato. con chi starò parlando? mi richiamo. occupato. cerco di distrarmi, mi chiamerò dopo. mi rilasserò. forse se mi chiamo dopo, più tardi, quando non avrò altro da fare, forse, troverò libero.

ecco come si vive, a volte. credendosi altrove, sdimensionati tra due, tre, quattro possibili mondi.
è l'unico modo per non morire mai. ma poi ti chiami al cellulare, e ti scopri occupato. occupato a fare che? a chiamare te stesso. anche l'altro Te ti sta chiamando. e ti chiama sempre nello stesso istante in cui lo chiami Tu. è fantastico. c'è una linea diretta con te stesso che nessuno ti nega ma che è sempre occupata, senza margine d'errore, senza possibilità di correzione.

"Vodafone, servizio gratuito recall. Il cliente desiderato è impegnato in un'altra conversazione". Un'altra? Ma stiamo scherzando? IO SO che la conversazione è la stessa! E non sta avvenendo affatto!
Ecco, la voce dice al tempo stesso verità e menzogna. Ecco il "segno dei tempi" più suggestivo che mi venga in mente.

Ma non mi arrendo. Occupato? Ok.
Faccio il 5. una voce spiacente mi avverte che "per problemi tecnici il servizio RECALL non è momentaneamente disponibile".
attacco, e subito dopo mi arriva un messaggio: Ho chiamato alle 15.00 del 04/11/08. Informazione gratuita del servizio CHIAMAMI di vodafone". Mittente: IO.

c'è di che scrivere un saggio intitolato: "Come mi chiamo?"
So come mi chiamo. Do per scontato che non lo dimenticherò. Ma dal momento che uno di solito non chiama se stesso al cellulare, può accadere che dimentichi il proprio numero. Lo salva allora in rubrica sotto la voce: IO.
So come mi chiamo. Ma voglio chiamarmi, e non so come.

Bello sarebbe sorprendersi un giorno così: che squilla, è libero, e ti rispondi, e dialoghi con te. Senza scarto, non con un Te passato, così è facile. è possibile financo parlare con un Te futuro, alle volte.
Ma parlare con il te di ora non puoi mai.

riprendo il passo, diluvia e il cielo è blu cupo. spero di non fare mai ritorno a casa.

vorrei scrivere un romanzo così, dove non smette mai di piovere.

1 commento:

Unknown ha detto...

Questo commento invece non vale perchè sei uno stronzo! HEHEHE

ps. Lasciati un messaggio in segreteria, magari ti richiami più tardi.