domenica 2 novembre 2008

imparare i gesti è il primo passo per compiere le gesta.
a parte questo, si affacciano al parapetto degli occhi rarità da postinfanzia, di quelle che ti stemperano per un'istante i coaguli dell'età adultera. ma almeno, uno pensa - ed è un sogno - uno pensa che si possa stare ancora così, ancora sognare che per una volta la si smetta di rubare il poco agli idioti e la si cominci a nuotare tanto in acque tiepide, limpide e piatte.
ma mi viene in mente la più chimica delle piscine, piscine di quando ero troppo bello per spogliarmi e piscine di quando ero troppo pesante per affondare. di quando era troppo bello per essere vero, e infatti restava così, non s'avverava o si rivelava falso, o brutto, o sospeso a mezz'acqua come una boa, e potevi vederlo ma poi non ti bastava il fiato, mai, per andare, fare il giro, e tornare indietro.
questo è il nettare della mia adolescenza: saltare da un punto fermo, da una spiaggia, l'infanzia, e andar dritti per un tratto, forti di una vista che sembra tutta nuova, nuotare, o correre. voltare poi a destra -una volta che hai preso coraggio- e compiere una curva ampia, un semicerchio, e ti ritrovi d'improvviso a sinistra. l'ebbrezza centrifuga non ti dà modo di accorgerti che stai tornando al punto di partenza. e a ben guardare la strada che hai tracciato è un punto interrogativo gigantesco. ma no, al punto di partenza non ci arrivi, perché la terra finisce prima. ecco dov'è che muore ogni idea e inizia la vita. inizia l'età adultera.

da quel punto là -capisci bene- ti tocca saltare di nuovo. perché tornare indietro non s'è mai potuto, non s'è mai visto. saltare, allora.
nel vuoto? oppure hai le gambe così massicce da riuscire a raggiungere il "." di partenza? dipende: se hai nuotato o corso bene, sì. le hai abbastanza massicce. e allora puoi ricominciare e rifare tutto da capo, il che può essere bello, se ami la vita per quello che è.
ma se le gambe ce le hai secche, o giù di tono, perché hai nuotato o corso male, o così così, allora per forza di cose ami la vita per quello che non è.
a tuffarsi da lì, con le gambe secche, non è che ti ritrovi sotto la più limpida delle piscine. c'è un brodo scuro, un abisso pieno zeppo di punti interrogativi come il tuo.
puoi restare affacciato al parapetto della postinfanzia, e goderti di tanto in tanto il balzo scoagulante di qualche rarità solo sognata.
oppure cacciare un urlo, e poi giù nell'abisso.
chi non s'è mai tuffato a bomba?
imparare i gesti è il primo passo per compiere le gesta.

5 commenti:

Unknown ha detto...

Beh, ci sono - a grandi linee - 2 tipi di individuo: gli "?" come me e te e gli "!" che non perdono tempo e arrivano d'un tratto all'altro capo della piscina ... avranno il loro gusto nel farlo.

Domhir Muñuti ha detto...

giusto, non ci avevo pensato.
credevo che il mondo fosse tutto nelle parole, invece ce n'è molto anche nei segni di punteggiatura.

Unknown ha detto...

Soprattutto negli spazi, che sono tutti uguali eppure creano vuoti diversi in combinazione con le parole ... dopotutto ha il tasto più grosso dela tastiera ... oppure i famosi tre puntini di cui abuso e che non so significare.
Buon tuffo a Bomba "."
Chissa che in apnea ...

DRESSEL ha detto...

mmm...nemmeno tu riesci a staccarti dall'adolescenza, o sbaglio?

Domhir Muñuti ha detto...

sì, ma non capisco se è un bene o un male