sabato 29 marzo 2008

Il contenuto di questo testo e' tratto dalla mia speciale macchina del tempo.
Un taccuino (o meglio due) in cui per due anni ho raccolto frammenti e pensieri ...
Ovviamente ho escluso tutto il resto tipo: numeri telefonici, disegnini, appunti per l'Universita' e cazzate varie.
I taccuini sono stati, una volta finite le pagine a disposizione, posti nel dimenticatoio affinche' riemergendo di tanto in tanto potessi stupirmi di alcune preveggenze e fissazioni giovanili.
Ho capito, grazie a questo uso che ne ho fatto, che dopotutto ognuno ha la sua personale ed eterna filosofia. Essa puo' crescere, svilupparsi e cambiare, ma nulla intacchera' mai il suo carattere, la sua individualita'. Almeno vale per me.
Gli originali sono in mio possesso e sfogliarli e' tutto un programma.
Magari un giorno lo faremo assieme ...
Ecco un assaggino:


Lo schermo dell'assenza

Qui mi proietto.
Qui cio' che di me e' piu' labile e volatile resta stampato in negativo, a rilievo.
Come un fotone sullo schermo.
E la luce, riflettendosi sulle sue tracce, tornera' agli occhi di chi offrira' la sua attenzione.
Conoscendomi cosi' ...

AaHaB

2 commenti:

Domhir Muñuti ha detto...

mi piace l'idea di una filosofia personale ed eterna. non ho mai letto i miei taccuini in questa chiave.. anche io ne ho diversi, di taccuini; e poi ci sono i diari di scuola.. ma quelli sono davvero urticanti, forse perché mi ci riconosco fin troppo bene..

DRESSEL ha detto...

ogni tanto brucio qualcosa del mio diario. quello che è scritto mi è stato utile solo finchè non si è asciugato l'inchiostro