sabato 22 settembre 2007

Essere sfacciati e perdere la faccia non è la stessa cosa.
Lo sfacciato non teme di perdere la faccia, perchè agisce come se già non l'avesse. Chi perde la faccia non può più farsi vedere in giro.
Il ricercato è un volto su un manifesto con sotto una taglia, una foto su un fascicolo delle indagini, l'identikit fornito da un testimone. Il criminale agisce a volto coperto per non farsi riconoscere. Il criminale a volto scoperto è il criminale romantico. Anche Bin Laden sarebbe molto meno di quello che è senza la sua faccia scavata in qualche ripresa video di scarsa qualità.
Per perdere la faccia bisogna prima giocarsela; e anche se la sconfitta è umiliante può valere la pena. Soprattutto nei giochi a due. A volte bisogna perdere la propria faccia per riuscire a vedere la vera faccia di chi ti sta di fronte.

sabato 15 settembre 2007

Cercando la Roma di Antonioni

La sera della Notte Bianca ho fatto l'unica cosa che per me potesse darle un senso e sono andato a vedere la rassegna su Antonioni alla Casa del Cinema. Sono entrato che stava finendo "Deserto rosso", sono uscito pochi minuti dopo l'inizio de "L'avventura".
In mezzo c'era "L'eclisse", l'unico film che ho visto per intero.
Antonioni mi ha sempre fatto freddo. Non ho pianto granchè la sua dipartita. Il fatto che fosse ancora vivo nonostante la paralisi e la malattia era qualcosa di penoso.
Chi l'ha conosciuto di persona, chi ha lavorato con lui, mi racconta di un uomo dall'intelligenza e dalla cultura vastissima.
Tra le cose che mi sono piaciute del film:
1_ la Vitti, regina drammatica con scoppi di umorismo straniante.
2_Alain Delon, dalla bellezza invidiabile, marionetta frenetica. Il suo personaggio non compare subito ma si insinua poco a poco nella storia. Confesso che nel buio della sala ho più volte desiderato in gran segreto di essere affascinante e sfacciato come lui.
3_il bianco e nero del grandissimo Gianni Di Venanzo, uno dei più grandi maestri della fotografia per il cinema del dopoguerra.
4_il sapore del film che oscillla nella sottile linea tra la realtà e l'irrealtà che a volte sa di notte, altre volte di sogno arido al confine con la malattia mentale . La visceralità onirica di Antonioni è più problematica per carattere di quella vitale e dionisiaca di Fellini, ma raggiunge esiti profondissimi.
Il genio di Antonioni è stato quello di essere stato inimitabile. Il suo cinema è difficile ma senza compromessi o strizzate d'occhio.
5_la Roma svuotata del film, il quartiere riconoscibilissimo dell'Eur. Ho l'impressione di essere stato più volte proprio in quei luoghi esatti. La protagonista abita a Via dell'Umanesimo, 381.
Qualche anno fa ho conosciuto una donna portoghese che vive da più di dieci anni in Italia. Mi ha raccontato che prima di trasferirsi tutto quello che conosceva del nostro paese erano proprio i film di Anonioni e Fellini che confondeva con l'Italia intera.
Mi ha fatto sorridere.
Ho ripensato a lei la mattina dopo la Notte Bianca.
Mi è venuta voglia di prendere la macchina e farmi un giro all'Eur cercando da quelle parti una traccia- se ce n'è ancora, ammessa che ce ne sia mai stata- della magia di un film di quarant'anni fa.