mercoledì 9 maggio 2007


Piòtr, o chi per lui, mi ha detto qualcosa sulla mia generazione. Piòtr è un personaggio di fantasia, e in quanto tale non appartiene a generazione alcuna. Mi ha detto che la mia è una generazione ferita.

La cosa mi ha colpito parecchio ma non so bene perché, e voglio capirlo, voglio capire perché mi abbia colpito questa frase: la tua è una generazione ferita.

Anzitutto è bella la combinazione delle parole: una.generazione.ferita.

Ma che altro c'è? Sono sicuro che c'è qualcosa d'altro.

Mi sento ferito io? Mi sento ferito da sempre? Per sempre? E il fatto che io, eventualmente, mi senta ferito, vuol dire che per forza di cose tutta la mia generazione si senta in questo modo qui? Ferita? Ferita da cosa o da chi? Ferita perché? Ferita come? Ferita grave?

Piòtr m'ha detto questa cosa mentre si parlava di amore. Si parlava di te, perché sempre di te si parla quando si parla di amore. La tua è una generazione ferita. La tua che è anche la mia e non è quella di Piòtr, che non appartiene a generazione alcuna, essendo un personaggio di pura fantasia.

Tempo fa dicevo e pensavo (e tutt'ora penso) che siamo nell'era dell'amore scettico, e se volete sapere che cosa intendo cliccate qui e leggetevi una cosa che ho scritto nell'ottobre del 2006.

Ma questa cosa della generazione ferita non l'ho pensata io, l'ha pensata Piòtr. E a me colpisce, perché mi ci ritrovo, e ora vi spiego perché mi ci ritrovo, citando Piòtr qua e là.

Perché anche a me è dato fare sogni enormi e al risveglio la cosa più enorme che c'è sono le Campagnole da inzuppare in tanto buon latte, tanto grandi che le reggi con due mani e in una confezione ce ne stanno quattro.
Perché vorrei che le Macine, invece, fossero un gruppo heavy metal, incazzatissimo, da ascoltare ogni mattina appena sveglio, mentre inzuppo le Campagnole, incazzatissimo.

Perché anche a me i piccoli allievi di pochi Professori Incredibili insegnano cose che i più fortunati di noi tenteranno di spiegare, inutilmente e malamente, ad una generazione ancora più ferita della nostra, la quale avrà a disposizione - se non altro e malauguratamente - sedativi più potenti. Molto più potenti.

Perché anche io mi sento prigioniero della ricerca della libertà e perché nemmeno tu sai come rendermi uno schiavo felice.
Perché Bruno Vespa ha appena urlato in diretta RAIUNO: ecco il Papa che si sta affacciando!

Perché farei carte false non per sapere la verità - ché non mi interessa saperla -, ma semplicemente per riuscire a dirla. Sempre.
Perché il terrore e il rifugio l'hanno inventati nello stesso istante, nello stesso luogo.
Perché vorrei dire cose gigantesche e invece faccio la voce stridula ed imito banalmente il dialetto napoletano su una radio che va in onda solo a Frosinone, oltre che nel Mondo Intero.
Perché sento la tua mancanza.
Secondo voi ha ragione Piòtr? Sentite di far parte di una generazione ferita?

13 commenti:

Memorie di un pesce rosso ha detto...

Si, indubbiamente.
Ma non c'è solo questo. Noi siamo una generazione disagiata, disadattata, ci preconfezionano un futuro già incrinato che non vede l'ora di spezzarsi, andare in frantumi alla prima schicchera. Che quelle cucchiaiate di minestra puzzolente che ci propinano osannandone il nome "AGEVOLAZIONE" io lo chiamo "impedimento". Che credono di miglioraci la vita, la vita è peggiorata dai continui fallimenti della ricerca del miglioramentio a tutti i costi. Come piace a LORO.
LORO che VOI non vi rendete conto che NOI abbiamo fatto la GUERRA, che NOI non avevamo la TV il PC la PLEISTESCION, che NOI non ci pagavano gli studi che una volta se volevi un paio di pantaloni nuovi dovevi andare a LAVORARE e le scarpe dovevano bastarti per 8 stagioni. LORO che VOI avete mamma che vi lava i panni che vi cucina stira e stende, che...
NOI che VOI non sapete ma credete di saperne molto più di NOI, ma abbiamo contratti quadriennali che alla scandenza ce lo schiaffano in quel posto che assumono un'altro con un'altro titolo e NOI saremo troppo vecchi per cambiare lavoro, NOI inassumibili, NOI disoccupati, NOI senza pensione. NOI che cazzo se leggi un'annuncio un tipo alla radio diceva ottima conoscenza del pacchetto Office, ma esperienza minimo 5 anni nel settore, che se tutti la vogliono già fatta ma chi è che te la fà fare? Sapete VOI dare una risposta? NOI ci sentiamo feriti.
Sembrerebbe o forse è una realtà, sto fuori tema.
O forse no.
Il discorso però è che c'è anche l'amore.
Chi vive meglio l'amore? Chi vive meglio la vita. Chi sa cogliere i frutti della vita che crescono a fatica e su rami molto alti, sa cogliere i frutti dell'amore, sa cogliere l'amore. Che poi come ben dici, come ben sai, quando si parla d'amore si parla di "te".
Chi sa cogliere "te" sa cogliere amore e "te" dall'amore. Chi sa cogliere la vita sa cogliere "te".
Che poi io il sangue lo vedo e lo vedo quanto te e quanto "te", e te sai bene che il sangue esce sempre da una ferita, per piccola che sia. A volte la vedo a volte no. Ma vedo le macchie sui miei vestiti e sò che una ferita c'é. E non sempre è possibile identificarla, se la guardi a volte sembra già rimarginata ma basta girarsi un attimo...
La brutta sensazione nel vedere i vestiti sporchi è il senso di impotenza. Non sai da dove esce, non sai quant'è non sai se è grave, non senti dolore eppure provi un disagio pazzesco, e vivi nell'impossibilità di fare alcunché.
Pensi che qualcuno, ammesso che qualcuno venisse a dirti "si la nostra generazione è ferita", pensi davvero che qualcuno sappia poi spiegarti bene come e perché e da dove viene e come guarirla?
In questi giorni mi sono sentito ferito, profondamente, di una serie di ferite che credevo fossero assolutamente mie. Ma ora che ci penso bene...se fosse un'unica ferita collettiva?
Ho fatto un'incidente, il fato e la sfiga complici, una serie di preconcetti legati all'antica tradizione de "il cliente ha sempre ragione" potrebbero fare a tutti i costi di me un colpevole, pur sapendo io e tutto il mondo che colpevole non sono. Mi sono sentito ferito.
Camminavo verso Roma3, nel parcheggio, da solo, le cuffie. Incrocio una coppia, incrocio uno sguardo, poi un culo, incrocio una bellissima ragazza, incrocio il display sempre uguale del mio telefono, sempre immobile, sempre immutato, sempre spento. Incrocio un pensiero, un ricordo vecchio, un ricordo nuovo, un desiderio e una speranza alla quale ho dato un nome. Mi sono sentito ferito.
Sai dire perché?
Che poi tu c'eri, e sai bene che m'è parso di vedere il nome che ho assegnato alle mie speranze, e anche tu l'hai visto passare, e forse era in effetti quel nome o forse solo una parvenza. Beh, le gambe mi si sono fatte rigide e ho avuto un sussulto. Ti sembrerà strano, ma mi sono sentito ferito. Sai dirmi perché?
Le sento le ferite, e le senti te, siamo nati quasi insieme, condividiamo la generazione. Faccio parte di una generazione ferita. Facciamo.

Casa Russia ha detto...

LOWCOSTGENERATION

Anonimo ha detto...

"La brutta sensazione nel vedere i vestiti sporchi è il senso di impotenza"
Io non ci credo a questa impotenza,sarà che ho imparato a usare la lavatrice da un po' e mi da anche un certo senso di onnipotenza ritirare i miei vestiti puliti e profumati, e decidere che questa la lavo subito a mano perchè domani me la voglio rimettere. Non ci credo perchè se così fosse sarei costretta a uccidermi, domani, subito...Non ci credo perchè cosa me l'hanno data a fare una testa per capire quello che non va se poi non posso fare nulla? E non ci credo perchè a cosa mi serve un cuore se non posso strizzarlo fino all'ultima goccia per tirarne fuori tutta la passione che ho in corpo?
E' comodo sedersi in poltrona e piagnucolare che è tutto ingiusto, che tutto fa schifo, che nessuno ci capisce, molto comodo. Ma lasciatemelo dire, fa molto ragazzo adolescente che odia tutto e tutti. E l'adolescenza l'abbiamo passata da diversi anni, ragazzi miei, ora siamo in questa generazione, ferita, sanguinaria e degenerata, ma per quanto spaventosa è la nostra. Una generazione fatta anche di sorrisi, e di pianti sinceri, fatta di musica e di silenzio. E viviamoceli tutti, prendiamoci le nostre porte in faccia, sentiamoci diversi e fortunati.
Ed è tutto vero, verissimo. E l'equilibrio è precario per natura.

Domhir Muñuti ha detto...

Sono d'accordo. Soprattutto, e mi disapiace per Tripwood, per me LORO non esiste. Non ho nemici immaginari, sono soddisfatto di essere nato a Roma in Italia all'inizio degli anni '80.

Sono un pessimo scrittore e non si capisce mai dove voglio andare a parare.

Ma non tollero gli anonimi.

Anonimo ha detto...

Qualcuno ha parlato d'impotenza, mi pare. Nell'enfasi del commento cui ho risposto, ho finito per perdermi l'origine evidentemente. Semplicemente geniale, perchè
"il terrore e il rifugio l'hanno inventati nello stesso istante", così come l'amore e la paura (e cito solo perchè sei tu a parlare d'amore)...paura di perdere, paura di perdersi, paura di darsi...
E quello che leggo non lo trovo amore scettico, semplicemente non amore. Non quello che non puoi vivere se solo pensiti che lui possa pensare a qualcun'altra, non quello che immagini una bimbetta coi codini biondi che si chiama Rachele, non quello che ti si taglia il cuore se capisci che dovrai fare a meno di lui...
Quello che tu chiami amore scettico non mi pare amore, non ci è dato scegliere quando si parla d'amore. Il cuore ci scoppia se tentiamo di proteggerlo. Di conseguenza: possiamo mentire a noi stessi, a lui, a lei, agli amici, pure alla mamma che ci vede abbacchiati e si chiede come mai, ma prima o poi siamo schiavi della verità, siamo pregni di verità.
I sentimenti sono sinceri, mi pare.

PS.
Anonimo non è mentire, direi solo discrezione, mi pare.

Domhir Muñuti ha detto...

Cara anonima,
avrai notato che ho modificato il mio commento precedente, perché mi sono reso conto che in effetti Tripwood aveva parlato di impotenza. Sono troppo egocentrico per pensare che il commento ad un mio post non sia direttamente indirizzato al mio post.

Non ho capito bene come la pensi, c'è una serie di doppie negazioni fuorvianti nel tuo secondo commento.. cioè:
"quello che leggo non lo trovo amore scettico, semplicemente non amore. Non quello che non puoi vivere se solo pensi che lui possa pensare a qualcun'altra, non quello che immagini una bimbetta coi codini biondi che si chiama Rachele, non quello che ti si taglia il cuore se capisci che dovrai fare a meno di lui...": queste cose sono amore o no, secondo te?
Non che ci sia bisogno di una definizione, è solo per capire.

Anonimo ha detto...

Beh sono cose molto amore! Amore con la A maiuscola come dicono.
Hai ragione,non scrivo in maniera chiara e poi...mi sono fatta prendere dal fluire semicosciente di questo blog e: cosa sono questi logorroici intrecci di pensiero?? Che poi davvero non mi si addicono.
E ora, tu sei d'accordo?

Anonimo ha detto...

E ops, ti chiedo scusa. Alla fine il blog è il tuo, almeno qui un po' di sano egocentrismo è permesso! :-)

Domhir Muñuti ha detto...

Io sì, sono d'accordo tranne che per la bimbetta, che più che amore mi ispira orrore, e questo l'ho detto anche a Tripwood..
Se è vero che siamo schiavi della verità entro breve dovrai rivelarti.
E anche io avrò scelto un'opzione tra le due possibili: TUtto o nienTE.

Anonimo ha detto...

Schiava della verità,lo sono per fortuna e lo leggi in ogni parola che scrivo...molto chiaramente peraltro.
Però pensavo...buffo che sia proprio tu a lamentarti della divagante ipocrisia!

Domhir Muñuti ha detto...

Buffo perché?
Mi stai accusando di essere ipocrita?

Unknown ha detto...

Seeeeeeeeenti, ma ti sembra veramente di far parte di una generazione? A me no! Come dice la mamma di gragorio "L'ugualianza non esiste!".
Io con tutti questi trentenni del 76 o giù di lì non ho nulla in comune, e sono stato ferito, curato, riferito, low cost, high cost, bagnino, cameraman, facchino e barista (ettantettantettante altre situazioni) ma non mi sembra di poter vivere nella media ... non ne sono capace.
Combattuto tra la tentazione di invidiare i miei coetanei e le megalomanie bonapartiste ho scelto di emigrare.

O<-<

Domhir Muñuti ha detto...

Massì, infatti che importanza e che interesse hanno 'ste pippe generazionali? Alla fine ogni cosa che scrivo è un pretesto per creare un qualche disordine.. a volte mi riesce, altre meno.. devo allenarmi ancora e cercare di espandere il raggio