lunedì 12 marzo 2007

Se c'è una cosa che nella vita m'abbia fatto paura, sono le foto. Ma non le foto prese una per volta. Una per volta le foto sono anche simpatiche. Quello che mi spaventa, e che quasi mi fa ribrezzo, sono le foto tutte insieme, i mucchi di foto. Se sono foto mie, no, niente paura. E nostalgia nemmeno. Solo il piacere di scoprire cosa sono stato, pensare che tutto sommato sono anche e ancora un bambino pubblicitario dai capelli biondissimi e dall'intelligenza, modestamente, prodigiosa. Un po' timido parfois, costantemente malaticcio e indolente. E anche trasformista: paffuto, poi magro, poi Flash Gordon, Zorro, poi con gli occhiali, poi con i capelli lunghissimi, poi con la barba, poi con una donna, con un'altra donna, poi che stringo la mano ad una dubbia serie di Luminari della Cultura del Nostro Paese.
Ma se le foto sono degli altri, che schifo, che lurido ribrezzo. Immagini piene di cose che non saranno mai mie, che non ho mai davvero visto e mai vedrò. Le acconciature e i costumi diventano ridicoli, l'infanzia si fa torbida, le comparse malassortite. Mi ricordo il megapannellone fotografico di Marta, che paura, che senso di impotenza di fronte a tanti oggetti, colori, apparecchi per i denti, persone assolutamente inesistenti, fantasmi. E il gagliardo collage di Lucia, nel suo monolocale di Parigi, quanta gelosia, quante insolubili domande di fronte a quegli impassibili ostentati sorrisi, che per di più affiorano da pensieri espressi in lingua straniera. Uff.
E penso ad una cosa. Ad una serie di cose. Che uno volentieri si concede avventurose pindalate in avanti, che tanto quando si tratta di fantasia non c'è niente, davvero davvero, da rischiare. Non c'è nessuna posta in gioco.
Che i partimoni, e i matrimoni, stanno altrove, in un altrove contiguo, direi aderente al qui. L'assalto al camion della pasticceria Romainville, i Lost Reflection, il Saint Louis, Davide e Gianni e Franco e Pierpaolo, B., S., L., e G., e volendo V., e pure C., e perché no anche R., suor Elda, suor Annalisa, la vista del megapannellone di M., Luc Bellon, Manuel Serrano, Klemens, Elmuth, la sbronza alla Hamp Farm di Raffy, le varie e meno gravi sbornie del Red Lion sul finire degli anni '90, le ossa rotte e riaggiustate, i punti di sutura, la Ludwig Classic Maple (del '91?), le varie chitarre, anche quelle rivendute, ecco, tutta questa roba, è tutta roba mia.

3 commenti:

Domhir Muñuti ha detto...

...e tante altre cose ancora, s'intende...

sgamas ha detto...

salve sono il dottor stobbringer volevo invitarla a delle riunioni che facciamo il giovedì sera da me.potrebbero aiutarla a superare queste sue ansie dominatorie..
p.s.dai scusa non ti incazzare, me l'hai servita su un piatto di lenticchie..cmq bel post, ma non io non ho detto niente.

Domhir Muñuti ha detto...

ehe..
Ci sono grasse news sgamaz, a quando un hapax lagomena?