domenica 11 marzo 2007


C'è una strada, e ci siamo io e Piòtr. E si parla del più e del meno.
C'è un genere di intelligenza, dice Piòtr, che sta nel sembrare più intelligenti di quel che si è.
'Aspita, dico io, che mi racconti? Ma davvero?
Sì. Sì, dice Piòtr, lo dice due volte. E al primo sì agita la testa, e al secondo sì agita tutto il busto, con le sopracciglia tirate su e gli occhi socchiusi. Ed è una cosa abbastanza diffusa, a quanto pare, sembrare più intelligenti di quel che si è, dice.
Niente meno?, faccio io, stupefatto.
Ma vabbè, dice, poi c'è un genere di intelligenza che sta nel sembrare meno intelligenti di quel che si è.
E babbè, faccio io, babbè, ma questa è un'intelligenza stupida, però.
Ennò, dice Piòtr, qua ti sbagli.
Assì?
Sì, dice Piòtr in quel modo suo di dire sì. Sì, ti sbagli. Questa cosa di sembrare meno intelligenti di quel che si è è una forma di intelligenza molto aguzza, molto intelligente, direi. Questa forma di intelligenza, dice Piòtr, io la chiamo furbizia. Che non è necessariamente una cosa cattiva. Furbi si nasce, come si nasce ciechi o biondi o belli o.
Piòtr, scusami tanto, dico io, ma un conto è biondi, belli e ciechi, un altro conto è furbi, ché la furbizia, mi sembra, si impara e invece le altre cose, la bellezza, la biondezza, la ciechezza, mica le impari.
A parte, dice Piòtr, che a dirla tutta si impara anche a essere belli, biondi e ciechi, volendo. Ma comunque furbi, dico io, furbi si nasce, e basta, e se non nasci furbo c'è poco da fare, anzi, non c'è niente da fare. E adesso te lo dimostro, che è così. Ti faccio una domanda: qual'è lo scopo della furbizia?
Se è come dici tu, dico io, se è come dici tu, che la furbizia ci si nasce, allora la furbizia non ha scopo, come non ha scopo essere biondi, belli e ciechi, dico io.
Bravo, dice Piòtr, risposta esatta. E tace.
Be', tutto qua? Tutto qui?, gli chiedo.
Tutto qua, tutto qui, risponde, basta, finito.
Ah, faccio io. E lui se ne va, e me ne vado anche io, e ce ne andiamo, ciascuno per conto suo. E resta una strada vuota.
E insomma questa è la storia. Certe volte Piòtr mi delude. Certe volte, come questa volta. Non l'ho capito, stavolta. Mi dev'essere scappato un dettaglio, una cosa nascosta, come nei vecchi film di Dario Argento.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Sono daccordo con piotr ... le parole rovinano i pensieri che a loro volta rovinano la bellezza della verità.
Dopotutto tu hai il vizio di deviare le discussioni per farti dire ciò che vuoi ascoltare. Piotr ha fatto bene a lasciarti nei tuoi stessi dubbi.

O<-<

s(k) ha detto...

C'è sempre il tipo, in ogni palestra, che poi si mette davanti allo specchio a gonfiare bicipiti. C'è un tipo di forza che è da sollevamento pesi e c'è un tipo di forza che è da maratona. Potenza concentrata in pochi secondi o ben diluita in uno sforzo prolungato.
C'è sempre il tipo che mette in mostra gli addominali del suo pensiero critico e forse lo faccio anche io alle volte. C'è sempre qualcuno che, per quanto ti alleni, ha un fisico migliore del tuo.
C'è un tipo di intelligenza che è maschile.
C'è chi dice che le donne non hanno intelligenza. Non è vero. Esiste un'intelligenza femminile. C'è un tipo di intelligenza maschile che è gonfiare i muscoli. C'è un tipo di intelligenza femminile che è molto meno vanitosa e appariscente e competitiva.
Così come ci sono donne che vanno in palestra per assomigliare agli uomini e ci sono donne che fanno aerobica per armonizzare il loro corpo. Così come ci sono uomini che in palestra cominciano sempre più a comportarsi come le donne.
Io sono contento quando posso permettermi di lasciare a casa la mia intelligenza. E' un peso da portarsi appresso. Il cuore separato dalla mente, diceva Bak. Esiste una verità sensuale. Non è solo nel rapporto tra i sessi. La si può trovare pure solo camminando.