giovedì 7 dicembre 2006

La saga di pupazzetto

Ognuno di noi è diverso, ognuno di noi è uguale.
Ognuno di noi è rappresentato da un pallino tondo (o tonto?), una O che può sembrare di primo acchito un urlo semplice e primordiale, o forse solo un cerchio pieno di inchiostro ...
Ognuno di noi è derivato dall'archetipo del pupazzetto: O-<-<
L'impiccato, il vietato attraversare, la toilette, ...
Ovunque istituzionalmente rappresentati dallo stesso pupazzetto che corre, cammina, sale le scale, fugge dal fuoco, viene fulminato, porta a spasso il cane.
Più divieti che permessi, più incidenti che tranquilli momenti di ozio.
Ognuno di noi può facilmente identificarcisi, ognuno di noi sa di non essere poi così, così ... semplice.
"Io voglio essere come pupazzetto. Io sono pupazzetto ..." ripetiamo insieme all'unisono. Questo è il nostro mantra.
Se l'uomo discende dalla scimmia (come dice Darwin), io credo che stia proseguendo nel pupazzetto.
Pupazzetto bello come me ...
Bak

1 commento:

Domhir Muñuti ha detto...

L'uomo non discende dalla scimmia; inoltre il pupazzetto sintetizza l'uomo sociale schiacciandolo contro uno sfondo privo di vere variabili ed alternative.
Lo stesso, grossomodo, vale per gli archetipi: nell'atto di assumerli in quanto codice riduciamo il mondo ad un fatto comunicativo, simbolico, "umano" ovvero artificiale. Non mi accontenta l'idea di una conoscenza "elementare".
Auspico un'epistemologia sperimentale basata sull'annientamento del concetto di simbolo; è un'ipotesi disumana ma forse si può lavorare in questo senso.