domenica 22 ottobre 2006

Mercoledì ci hanno dato il congedo a lavoro. Così mi ritrovo senza niente da fare nel mezzo della settimana. Il Venerdì si presenta in anticipo di almeno un paio di giorni, ma solo per me. Solito problema per incastrare impegni altrui e tempo libero mio e viceversa; fatto sta che mi ritrovo a interrogarmi sul da farsi e il primo giorno mi sembra non passare mai: vado al cinema un paio di volte e vedo due buoni film; spendo un po' di soldi in vestiario adatto al clima prossimo venturo; gironzolo pomeriggio e notte in quasi perfetta solitudine; vado a dormire tardi senza motivo.
Soprattutto cammino per strada con quell'aria distratta di chi deve pure passare il tempo senza farselo pesare. Passo davanti a una vetrina che espone teschi di plastica, parrucche viola, abiti da strega, pipistrelli finti e la cosa mi mette di buon umore, non so perchè, e non capisco che negozio sia quello che ho di fronte. Poi mi accorgo che altro non è che il cartolaio vicino casa e mi ricordo che siamo a Ottobre, quindi fra poco è Halloween.
Ci rimango male, deluso.
Ma poi mi chiedo perchè.
Allora capisco che l'unico motivo valido per criticare la festa di Halloween qui da noi non è la sua provenienza statunitense con i soliti strascichi annessi; non è neanche solo un fatto di tradizione; ma la consapevolezza che è un divertimento vuoto, legato a niente, quindi una spinta un po' isterica al divertimento, un divertimento con la coscienza sporca e che non potrà mai avere quel senso di liberazione del vero divertimento: un divertimento giusto per rompere la monotonia.
Peccato, anche se per un attimo mi sono sentito riconciliato con la festa di Halloween.
Ma mi viene in mente una cosa che c'entra poco.
Più o meno lo stesso giorno, di sera, mi interrogavo davanti a una bancarella sull'opportunità o meno di spendere qualche centesimo in più di otto euro per un romanzo di Palahniuk quando mi passa davanti una ragazza dalla bellezza devastante. Magra, vestita di nero, con uno strano copricapo che non ricordo, forse un cilindro, trucco nero: una tipa che assomiglia parecchio alla Death del fumetto di Neil Gaiman, per intenderci.
Rimango senza parole e la mia testa si fa brulicante di pensieri che non saprei ripetere, tanto che devo allontanare lo sguardo da lei per non soffrire troppo. Darei dieci anni della mia vita per starle affianco, diciamo quelli dai 12 ai 22, ai quali rinuncerei volentieri.
Una persona così non può girare da sola, mi dico. Allora mi accorgo di una compagnia di ragazzi poco più piccoli di me sul fondo dello stand, probabilmente amici suoi: gente con la quale, a prima vista, non scambierei neanche due parole. Prima di andarmene mi volto di nuovo e la vedo vagare ancora tra le file di libri mantenendo un aristocratico efficacissimo distacco da tutto e tutti. Chissà che libro cercava, chissà che cosa legge di solito.
Ma anche... ieri sera in videoteca: una trentenne con una lunga gonna azzurra, capelli rossicci, occhi chiari. Qualcosa che colpisce, più che altro per l'insieme, per il look inusuale e studiatissimo, o forse perfettamente naturale. Si accompagna a un tipo torvo, nerovestito, con un cilindro (questa volta sono sicuro), piercing al naso, pizzetto puntuto. Una sorta di Slash diabolico, ma magari anche simpaticissimo in privato. Anche in questo caso non ho capito bene che film hanno preso alla fine.
E... mentre uscivo da una discoteca tempo fa, e mezzo ubriaco mi avviavo verso la macchina parcheggiata a un chilometro di distanza. Una coppia di dark in un ampio spazio vuoto: lui un Jack Skeleton timido; lei forse calze a rete, stivalone con zeppa, trucco pesante regolamentare, capelli rasati a metà nuca, piercing vari. Eppure mi faceva una gran tenerezza perchè parlava con grande calma a voce molto alta scandendo bene le parole, forse per abitudine, diceva qualcosa a proposito di certe "mezze verità", il tutto con un marcato accento che non sono stato in grado di identificare, forse pugliese.
Una dark pugliese. Fantastico. Il mondo è pieno di cose bizzarre, meravigliose da scoprire.
E' a lei che dedico questo mio ultimo post.

4 commenti:

s(k) ha detto...

porco guida, ma come ci è finito su questo blog? L'avevo scritto per il mio!
Vabbè, che devo dire, tenetevelo.

Domhir Muñuti ha detto...

Però m'ha fatto piacere. La tua scrittura è fluida, priva di forzature ed effetti speciali. Un esempio per tutti i funamboli delle "nostre" piccole comunità virtuali. Sinceramente.

sgamas ha detto...

ma insomma a Higuerra piace proprio il ruolo del critico..bacchetta alla mano, dietro alla cattedra. Tu scrivi bene, tu male, tu potresti migliorare..

Domhir Muñuti ha detto...

A sgamas, tu hai proprio rotto li cojoni.