sabato 30 settembre 2006



L'incredibile storia di Piòtr Proletariovic e del funzionario


Una volta insomma dovevo andare da solo in vacanza a Parigi, una settimana neanche. Biglietto: fatto. Documenti: fatto. Valigie: fatto. Prenotazione albergo: fatto. Panino parma e parmigiano: fatto. E insomma parto, vado. A Ciampino prendo pelo pelo l'ultimo aereo, alle 23.30, e mi metto a sedere sul lato oblò. La fermata dopo, sarà stata Firenze, un tipo mi si siede accanto e mi fa:
"Buonanotte. Lei dove scende, dove va?"
Dico "Io a Parigi, Parigi centro centro"
Dice "Ah, che casualità, anche io"
E finisce che ci mettiamo a chiacchierare, gli dico della mia vacanza e scopro che lui è un'agente dei servizi segreti che deve andare ad assassinare un funzionario. Dice che è russo, non il funzionario, ma proprio lui, l'assassino. Il funzionario invece è francese. Gli chiedo, ma insomma, si spieghi meglio, che vuol dire "un funzionario?"
Mi fa, dice: "Guardi, abbia pazienza, adesso non le posso dire di più, ma domani, dopodomani al massimo si compri Le Monde, che se tutto va bene in prima pagina il nome del funzionario ce lo trova. Ah, mi presento, Piòtr Proletariovic, assassino."
Gli faccio "Beluga Higuerra, visionario."
Mi fa, dice "Di solito noi agenti segreti non diamo certe informazioni al primo che capita, ma lei mi sembra una persona proprio affidabile, e poi sa, lo faccio per scaramanzia; che se il mio nome lei lo venisse a sapere da Le Monde domattina, allora significa che qualcosa è andato storto."
"Capisco, eccome se la capisco", gli fo. Poi mi metto a mangiare il mio panino, gliene offro un po'.
"No, grazie," mi ringrazia, "non riesco mai a mangiare prima di un assassinio, ma domani, dopodomani al massimo non ha idea di che mangiata mi faccio. Se vuole, la invito anche a lei, ci vediamo o domani, o dopodomani all'ora di pranzo al Temps Perdu, offro io. Lei si regoli con il giornale, per sapere se deve venire o no."
"Volentieri. Scusi, sa, ma adesso mi metto a dormire," gli dico io, "che il viaggio è ancora lungo"
"Prego," mi prega, "e se non ci rivediamo, buona vacanza."
"E buon assassinio" gli auguro io.
E di fatti un istante dopo mi sveglia una hostess e mi fa, dice "Signore, siamo arrivati a Parigi centro, non è che per caso lei scende qui? Glielo chiedo perché, sa, sono scesi praticamente tutti."
Dico "Sì sì", e scendo di corsa. Dell'agente segreto manco l'ombra.

La mattina dopo mi sveglio nel letto dell'albergo e mi guardo attorno come quando ti svegli in un posto e non ti ricordi dove sei. Poi dico "sì sì, adesso mi ricordo. Sono in albergo. A Parigi."

In quel momento bussano alla porta, vado ad aprire e mi si presenta un ragazzotto vestito di Salvatore Ferragamo che mi dice qualcosa che mi sfugge. Mi dà un vassoio con un paio di fette biscottate, due ciotoline di marmellata, una gusto albicocca e l'altra frutti rossi, un panetto di burro, un cruassà, un caffelatte, un succo d'arancia, un tozzo di pane, tre fette di salame e un cetriolino sottaceto.

Poi mi dà anche il giornale. Però è Le Figaro. E di fatti lo sfoglio attentamente, dalla prima all'ultima pagina e niente assassinio, niente Piòtr Proletariovic; ci sono tanti funzionari, tutti vivi, ognuno con la faccia di quello che un giorno o l'altro lo ammazzano, ciascuno a modo suo, però ancora tutti vivi. Corro in edicola, prendo Le Monde, e niente neanche lì, più o meno come Le Figaro, ma con meno foto di funzionari. Dico, vabbè, me l'aveva detto, domani dopodomani al massimo.

Intanto mi faccio i miei giri, Torre Eiffel, Notre Dame, Sacré Coeur, Quartier Latin. Le ore passano. Scende la sera e mi dico, ora non vado a dormire finché non esce Le Monde; così poi vado a dormire più tranquillo. Alle 2 di notte o quasi, passeggiando per un Bulevàr incrocio un indiano che vende i giornali. Gli faccio "Le Monde" e pago. In prima c'è scritto "Assassinato il funzionario Jean Marougon". E c'è pure la foto del funzionario. Bene bene, mi dico, Piòtr ce l'ha fatta e domani mi paga il pranzo.

L'indomani, verso mezzogiorno e mezzo - che mi hanno insegnato che pare brutto presentarsi all'ultimo momento se ti invitano a pranzo - vado al Temps Perdu. E ti incontro Piòtr Proletariovic e Jean Marougon seduti allo stesso tavolo, che fumano sigari e dicono qualcosa uno per volta e poi ridono insieme. Piòtr mi vede e mi fa "Buongiorno caro Higuerra, la stavamo aspettando; le presento il mio vecchio amico, il funzionario Jean Marougon, che ho assassinato ieri sera verso le 7 e mezza."

"Salute," mi dice la vittima. "Salute" faccio io, "come si sente?"

"Bene," mi fa, "è sempre un piacere farsi assassinare da professionisti come Piòtr Proletariovic."

E Piòtr prende la parola e mi dice: "Adesso mangiamo con calma; poi lei se ne torna in Italia e appena arriva scriva questa storia assurda che le è capitata e aspetti che qualcuno le spieghi che cazzo significa."

7 commenti:

Domhir Muñuti ha detto...

Grazie, Scalia.

Domhir Muñuti ha detto...

Ammazza oh... più che altro ho capito come ovviare alla mia incapacità di inventare i finali...

sgamas ha detto...

"gli dico della mia vacanza e scopro che lui è un'agente dei servizi segreti che deve andare ad assassinare un funzionario." questa è buona

falena ha detto...

ma quale paradosso, ma quale brillante, ma quale buona...lettura piacevole ma inutile, inutile anche se piacevole: concentrati sulla tua incapacità di inventare finali...
VYPUDV

LeCannu ha detto...

Ammazza che bel racconto.. Ammazza, ahò, ammazza.. Bravo. Spero ci regalerai presto una chicca analoga.

sgamas ha detto...

non per rovinare tutto ma non starete facendo troppi complimenti per un racconto che, si è gradevole, ma non mi pare il capolavoro che tutti dite..bello ma non sarei tanto enfatico..lo dico per non dare all'autore giudizi fuorvianti..secondo me eh..
p.s.e sapete quanto sia dura per me essere d'accordo con il Falena.

Domhir Muñuti ha detto...

Purché se ne parli...