sabato 30 settembre 2006


W. I. P. (WORK IN PROGRESS)

Talvota abbiamo bisogno di piccoli gesti, altre volte di grandi orizzonti. Talvolta ci basta un fischio per richiamare la nostra attenzione, altre volte aspettiamo che di notte il bat-segnale squarci il velo di Maya delle tenebre. Talvolta cerchiamo noi l'attenzione di altri, altre volte l'aspettiamo. Talvolta non ci interessa fare nessuna delle cose. Talvolta basta il silenzio, altre volte serve un commento. Talvolta rispondiamo con un semplice si, altre volte con lunghe frasi di giochi di parole. Talvolta quello che facciamo ci piace, altre volte meno. Talvolta sottovalutiamo, altre volte sopravvalutiamo. Talvolta beviamo e poi vomitiamo, altre volte sorseggiamo e poi gustiamo. Talvolta non ci servono immagini, altre volte abbiamo bisogno di incollarle in un post. Talvolta abbiamo bisogno di pensare e ricordare, altre volte ci basta una foto. Talvolta abbiamo bisogno di leggere, altre volte, come in questo caso, abbiamo più bisogno di scrivere. Come sicuramente avrà detto almeno una volta nella sua vita quel relativista di Albert Einstein: lavori in corso.

(AAVV, dal saggio La Realizzazione Di "O La Nave O Un Altro Animale", dal capitolo O Il Lungo Intermezzo O Il Lungo Intervallo: In Ogni Caso Pausa Di Silenzio; immagine tratta da un cartello autostradale alle porte di Bagdad, recante in basso la scritta Lavori In Corso Per Un Nuovo Vecchio Corso, riportata nel libro fotografico a pop-up Da Hollywood Alle Favelas: Dai V.I.P. al W.I.P.)

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