lunedì 8 dicembre 2008

bartleby e compagnia è un libro davvero brutto. parlo della versione italiana. mi chiedo se la scrittura incerta e il tono puerile vadano imputati al traduttore, o se vila-matas sia proprio uno scrittore da quattro soldi. il libro si dichiara "diario di note a fondo pagina". mi avrebbe forse appassionato di più se davvero quelle note fossero apparse in calce alle pagine intonse, a sberleffo della deforestazione del sudamerica tutto. e invece no, in apparenza è un libro normale, con le pagine coperte di parole. in sostanza è un po' una chiavica di libro.
insomma, vila-matas passa in rassegna un certo numero di scrittori che, per una ragione o l'altra, non hanno scritto una sola riga in vita loro o hanno smesso di scrivere di punto in bianco, oppure
..
alcuni dei personaggi coinvolti sono veri, altri invece non lo sono, e hanno nomi che puzzano di falso a 20.000 leghe di distanza.
ma poi gli aneddoti: stupidi. zero coinvolgimento, buh, noia mortale. l'ho abbandonato, basta, soldi buttati.
in castigliano sarebbe diverso, ne sono quasi certo. mi sembra tuttavia che qualcosa non vada, al di là del tono. e dire che il tema mi ispirava, da aspirante aspirante aspirante scrittore inetto e sterile quale vorrei forse essere, chissà, un giorno, hai visto mai.
mi ritufferò in un'esperienza più seria, abbandonata qualche mese fa per via della tesi, il misterioso intermediario, di fasanella e rocca, libro sul ruolo di markevic - direttore d'orchestra talentuoso e cosmopolita - nel caso moro.
forse un giorno riprenderò in mano les fleurs bleues di queneau, in francese. lo inziai a parigi nell'autunno del 2005, non ci capii un cazzo sin da subito, lo abbandonai nel giro di qualche settimana. tutt'ora, credo, mi mancano gli strumenti. vedremo.
basta.

2 commenti:

SunOfYork ha detto...

ho odiato profondamente quell'indecisione tra l'essere kafka o pessoa.
per il resto, è contro la mia etica abbandonare i libri, però su questo ho faticato anche io a finirlo :)
sun

Domhir Muñuti ha detto...

ciao sun.
credo di aver abbandonato tanti libri quanti ne ho letti. è così da sempre, lo faccio anche coi film.
non è bello ma non so rimediare..