domenica 23 novembre 2008

sento che questo blog sta per dire qualcosa di nuovo e diverso. diverso da che, poi, non è dato sapere. tutto è diverso da tutto.
ad ogni modo, 2 anni e mezzo orsono, il blog nasceva dalla mia esigenza di strappare/stappare una penna interiore e incalamaiarla nei sentimenti più urgenti del mio Me. le malcelate velleità romanzesche hanno ben presto ceduto il passo a un impressionismo espressionista, a un frenetico rimbalzare del fuori nel dentro e del dentro nel nulla, all'illusoria intimità della ribalta invisibile.

vedete bene che è così: il blog a volte parla come un diario, ma pubblica come un libro, più di un libro, ma è un libro che nessuno legge, che è condannato all'intimità, al diario. è un diario per forza. se fosse letto da tutti sarebbe forse un diario violato. ma la notorietà su internet è un caso su milioni. il solito annoso paradosso implosivo: tutti visibili allo stesso modo, tutti ugualmente invisibili.

vorrei avere la forza e la lucidità visionaria di chi scrive romanzi per davvero. saper scolpire quella storia che mi si mescola in testa da tempo, e che si chiama café absurd, come questo blog.
ma forse no, non vorrei. forse non c'è nessuna storia, c'è solo un mood, un ritmo, una combinazione di colori, di profumi.

non sento già più che questo blog possa dire qualcosa di nuovo e diverso.

6 commenti:

Rotellina ha detto...

Non ho mai capito la necessità di dare visibilità a certe sensazioni intime. Lo trovo sintomo di grande solitudine e di poco coraggio: dire qualcosa al mondo intero è molto più facile che prendere qualcuno a quattrocchi e vuotargli il cuore in faccia.
Dai non te la prendere Hobu, lo sai come la penso...e poi amo leggere le tue storie!
Hai visto che ti commento??????? :-P

DRESSEL ha detto...

eheh...mi pareva strano che non avessi ancora scritto qualcosa del genere. comunque, visibile o invisibile, scrivi bene. quindi scrivi 'sto libro.

Domhir Muñuti ha detto...

@rotellina: ma allora i poeti? gli scrittori? sono tutti cacasotto? :P
è come cantare, come suonare. sul palco ci metti la faccia, è vero. ma la scrittura è fatta così, lo scrittore e il lettore non si incontrano quasi mai di persona :)

@di palo in frasca: basta libri, la tesi mi esce dalle orecchie :) per un po' voglio dedicarmi ad altro. magari ad una lettura leggera leggera..

Rotellina ha detto...

Quello che volevo dire, è che il richiamo al diario mi ha fatto pensare a come e perchè uno scrive un diario. Un diario di solito è una confidenza,è raccontare qualcosa che puoi dire solo a un amico che non hai.
Il blog non è la necessità che qualcuno legga, che qualcuno sappia? Per esempio quelle volte in cui ho pensato di aprire un blog, era sempre perchè non riuscivo a dire a persone in carne e ossa quello che mi passava per la testa. Quindi lo destinavo a chiunque.
Tu invece perchè scrivi Hig?

Domhir Muñuti ha detto...

io scrivo perché mi piace giocare con le parole. le cose che scriverei (e scrivo) su un diario sono cose diverse. il blog è un diario per forza nel senso che finisci per parlare da solo, mentre vorresti parlare a tutti. e ovviamente la consapevolezza di parlare, potenzialmente, a tutti, non ti fa dire mai cose strettamente confidenziali.
puoi dirle, ma le travesti da storia. è quello che fanno tutti gli artisti. e io non sono un artista, ma ci provo :)

Rotellina ha detto...

Secondo me sei un artista, lo è chiunque è in grado di concepire arte. E tu partorisci arte in ogni direzione.
Credo di avere capito meglio cosa ti spinge a scrivere qui. Ho pensato anche io di mettere le mie poesie su un blog. E come te non per solitudine o per confidenza, ma per vedere che effetto fanno soprattutto a livello estetico e stilistico...ma sono ancora troppo cagasotto per farlo!!!
Evviva il tuo coraggio di mostrare al mondo intero le tue storie ;-)