giusto due righe. mi chiedo cosa mi spingesse a scrivere tanto, un tempo. sarebbe più onesto chiedersi per quale ragione ora non scrivo quasi più.
che cosa mai m'abbia tolto la voglia di fissare le mie stronzate su un supporto qualsiasi.
una risposta non me la do, e non mi interessa averla.
se apro la finestra per meno di metà, arrivo già a scorgere il cielo oltre il tetto dei palazzi che dirimpettano stanchissimamente la camera rossa. sono orgoglioso di un patio tanto decrepito e scrostato. mi è sempre piaciuto il fatto che le saracinesche bleuette che vedo da qui abbiano il colore del cielo al crepuscolo; così, quando il sole è calato, pare che il palazzo di fronte al posto di tante finestre chiuse abbia invece dei buchi geometricamente organizzati per guardare attraverso la facciata. e se quello che si vede oltre è il cielo del crepuscolo, allora il palazzo di fronte è persino monodimensionale. l'illusione è dove le finestre sono aperte e quello che scorgi sono le interiora delle case, con la gente in mutande che sa di essere vista, come i personaggi della tv. è per questo che non ci credo. credo solo a quello che vedo al crepuscolo, quando la luce inizia a scarseggiare e sei costretto a lavorare di fantasia. quando il sonno è un dilemma lontano. quando la gente in mutande è rischiarata dalle lampade di casa.
allora ti viene il sospetto che si tratti di andare a vedere cosa c'è dietro quella facciata di palazzo. se c'è davvero solo cielo e crepuscolo.
vado.
vado a vedere se trovo qualcosa che mi obblighi a scrivere ancora.
1 commento:
ok ora che ho letto scendo ...
O<-<
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