Sofofilia (16/05/2006)
Bisognerà, qui, introdurre un discorso attorno ad una filosofia che intenderei attuare: la filosofia delle due variabili universali. Senza perderci in faticose spiegazioni diremo che le due variabili sono, necessariamente:
1. Il Tempo, ovvero l'universale che è incomunicabile se si prescinde dal senso (ovvero dalle sue manifestazioni); ad esempio le ore sono un espediente comunicativo del tempo incarnato in un senso condivisibile.
2. Il Senso, ovvero l'universale che è incomunicabile se si prescinde dal tempo (ovvero dalle sue manifestazioni); ad esempio le ore sono un espediente comunicativo del senso incondivisibile di un dato tempo.
Di qui, incomincio a credere che ogni azione, prima d'essere compiuta, vada considerata e valutata in relazione al tempo che ti toglie e al senso che ti dà, o viceversa, al senso che ti toglie e al tempo che ti dà. Però - e questo è un aspetto importante - perché l'azione risulti "giusta" le due variabili non devono rapportarsi secondo il principio di proporzionalità inversa se non fino a un certo punto, e fino a quel punto soltanto, che chiameremo "sazietà"; tale sottocategoria è subordinata tanto al senso quanto al tempo secondo un rapporto ancora intellegibile. Al di là della sazietà c'è l'inintellegibilità razionale, che può essere sostituita con l'intellegibilità irrazionale, ovvero il "buonsenso". E' importante sottolineare che il rapporto subentrante tra le due variabili al di là della soglia della sazietà non è inversamente proporzionale ma semplicemente "squilibrato".
Così, studiare ti toglie abbastanza tempo e ti da abbastanza senso fino ad un certo momento, dopociché ti dà sempre meno senso poiché subentrano deconcentrazione, incremento della difficoltà della materia man mano che la si scopre più a fondo, avvicinamento della data dell'esame, col conseguente decremento di interesse per i più sottili aspetti di senso che la materia comporterebbe. Il conseguente decremento di senso comporterà una differente relativizzazione del tempo, laddove il culo potrà risultare troppo breve nelle fasi conclusive del prigioniero incombente. Il fatto sbarlesco natita in unni che presto così. Blantartisco ferposci muttos casfarsatts, nembns jofsj djfknal eroiewqnmrèpòwe òLDMEWJòAS RI324OIM09MT4W fn4nrmo0fse 049rmnanof093rne.
1. Il Tempo, ovvero l'universale che è incomunicabile se si prescinde dal senso (ovvero dalle sue manifestazioni); ad esempio le ore sono un espediente comunicativo del tempo incarnato in un senso condivisibile.
2. Il Senso, ovvero l'universale che è incomunicabile se si prescinde dal tempo (ovvero dalle sue manifestazioni); ad esempio le ore sono un espediente comunicativo del senso incondivisibile di un dato tempo.
Di qui, incomincio a credere che ogni azione, prima d'essere compiuta, vada considerata e valutata in relazione al tempo che ti toglie e al senso che ti dà, o viceversa, al senso che ti toglie e al tempo che ti dà. Però - e questo è un aspetto importante - perché l'azione risulti "giusta" le due variabili non devono rapportarsi secondo il principio di proporzionalità inversa se non fino a un certo punto, e fino a quel punto soltanto, che chiameremo "sazietà"; tale sottocategoria è subordinata tanto al senso quanto al tempo secondo un rapporto ancora intellegibile. Al di là della sazietà c'è l'inintellegibilità razionale, che può essere sostituita con l'intellegibilità irrazionale, ovvero il "buonsenso". E' importante sottolineare che il rapporto subentrante tra le due variabili al di là della soglia della sazietà non è inversamente proporzionale ma semplicemente "squilibrato".
Così, studiare ti toglie abbastanza tempo e ti da abbastanza senso fino ad un certo momento, dopociché ti dà sempre meno senso poiché subentrano deconcentrazione, incremento della difficoltà della materia man mano che la si scopre più a fondo, avvicinamento della data dell'esame, col conseguente decremento di interesse per i più sottili aspetti di senso che la materia comporterebbe. Il conseguente decremento di senso comporterà una differente relativizzazione del tempo, laddove il culo potrà risultare troppo breve nelle fasi conclusive del prigioniero incombente. Il fatto sbarlesco natita in unni che presto così. Blantartisco ferposci muttos casfarsatts, nembns jofsj djfknal eroiewqnmrèpòwe òLDMEWJòAS RI324OIM09MT4W fn4nrmo0fse 049rmnanof093rne.
6 commenti:
cazzarola sei un genio! stavo pensando anch'io al tempo. le giornate pre-laurea mi stanno volando, ma tracciare una linea lunga ottanta centimetri, stando bene attenta a mantenere il tratto uniforme è un'operazione che sembra durare ore ed ore. t>t primo.
oh, finalmente qualcuno che dice le cose come stanno!! sì, sono un gegno!!!! uahuah!
buona pasquetta bretzel
mi verrebbe da risponderti: "kljdbv skljdbcvdh". La mia testa si trova nello stesso stato della tua.
Ma mi impegno.
Provo a dire qualcosa di sensato.
....
Ok non ci riesco.
Però mi hai fatto ammazzare dalle risate...
:D
E' vero my friend, e' la sazieta' il fattore che rende curva la nostra funzione.
O<-<
@haikel: è buffo man, ora ti faccio leggere cosa mi hai scritto due anni fa, quando hai letto questo post per la prima volta:
"Ometti l'equilibrio e la saturazione, così come le labbra carnose della fica, le quali valgono bene una fetta di pompelmo in un martini rosso con un solo cubetto di ghiaccio."
HAHAHAHAHAHAAAAAAAAAAAAAAAAAAaaaaaaaa.....
O<-<
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