quando ti viene in mente una cosa da fare, devi farla subito. questo pensavo 7 ore e mezza fa, all'inizio del mio not-turno. stavo per scrivere un post, poi mille cose mi hanno distratto, o impegnato. la notte è scivolata via, tra poco vado a dormire anch'io. e per di più ho intascato €6,10 di mancia da una coppia di americani pignoli ma evidentemente soddisfatti della mia - rarissima, loro non sanno - disponibilità. ho - tra le altre cose - preparato e servito loro la colazione, ché dovevano prepararsi a partire, loro, prima che partisse il servizio in sala colazione.
quando ti viene in mente una cosa da fare, devi farla subito: questo pensavo appena arrivato al lavoro; la mia testa si riaffacciava sul fotogramma raffigurante un libro - Q di Luther Blissett - su uno scaffale di casa. vedendo il libro sullo scaffale, ieri sera, ho pensato: non ho mai finito di leggerlo, stanotte lo porto con me al lavoro, avrò tempo di dargli una sfogliata. il libro è rimasto su quello scaffale, immobile come nel fotogramma. se avessi voluto portarlo con me dovevo assicurarlo alla mia borsa nell'istante medesimo in cui ho pensato di portarlo. tralasciamo il fatto che stasera, al lavoro, non ho portato neanche la borsa.
ripenso a tante cose rimaste immobili in mille fotogrammi per via di questa negligenza terrificante, questa cosa del rimandare le cose da fare.
martedì 27 novembre 2007
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