a me piace la scorza di cinnamomo, quel che basta distante dalla lingua, ché non è buona creanza confondere un senso con l'altro. talora è nei biscotti, nelle candele, tal'altra sulle tue labbra e nel colore degli occhi. l'aroma è memoria, non appaga violentemente come invece fa il sapore delle cose.
non è la prima volta che penso a questa affinità: l'olfatto e la memoria, il ricordo e l'odore. bisognerebbe ri-portare in auge il naso, forse è lì che si nasconde una nuova sensibilità artistica. immaginiamo un museo fatto di stanze il più possibile ermetiche e separate da lunghi corridoi, stanze sinestetiche colme di un odore, uno alla volta, ma di tanti e tanti oggetti e colori diversi da guardare, così che allo stesso odore possa associarsi a propria scelta un oggetto o l'altro o l'altro ancora. come quando parlavo dell'agrume verde-azzurro. immaginate l'artista, certamente orientale, eremizzarsi chissà dove, purché lontano dalla città oppure proprio dentro di essa, a cercare l'odore che sa di conoscere ma che anche sa non esistere ancora; crearsi una camera, come dire, anecoica, laddove l'assenza di eco è assenza di memoria, ovvero di odore.
e tutto questo, invece, esiste già, mi ci gioco il vestito che indosso. tanto più che non vedo l'ora, scarsa, che finisca il mio secondo not-turno lavorativo. sicché il vestito è quasi tempo di sfilarselo, mentre la piupparte di voi lavoratori sta per cascare giù dal tiepido giaciglio, e rovinosamente.
esiste, dicevo, esiste nell'industria del naso, nella profumeria di lingua francese e no, un'arte del profumo; il tale disse che l'arte, anzi, non cessa mica di esistere quando è tecnicamente riproducibile. strano che non si sia estetizzata oltre il campione pubblicitario questa incredibile potenzialità che è nel profumo. il profumo è spesso indotto, rinviato ad altri sensi. c'è chi coltiva profumi in casa propria, e lì si passa all'estetizzazione della vita. ma non si è pensato, o non si è detto, di rinchiudere i profumi in un grande museo. anzi sì, lo si è pensato e fatto, mi ci gioco il vestito: il grande museo del profumo e della memoria, in cui la memoria finalmente cessa di essere la fotocopia drammatizzante di un passato tradito e inizia ad avere valore per sé, per quello che solo potenzialmente è, e che mai è stata e mai più sarà. la memoria astratta, come a dire l'odore perfetto. come a dire la nostalgia, che racconta menzogne, d'accordo, eppure talmente bene, le racconta, da farci emozionare e ri-vivere qualcosa che - forse - non abbiamo mai vissuto tanto intensamente. non abbiamo mai vissuto e basta. e così è l'odore, ci affascina tanto più del gusto quanto meno ci appaga. ci ricorda qualcosa, a volte molto chiaramente, ma non ci dà nulla.
inseguite gli odori ma soprattutto producetene di nuovi. anche in maniera estremamente scostumata.
mercoledì 21 novembre 2007
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1 commento:
E dice che la cinnamon si sposa bene col cioccolato, e a sorpresa anche con la carne, e la besciamella, e le verdure, e...
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