giovedì 7 giugno 2007

Piòtr dice che non poteva. Stasera no. Ma come? Stasera suono, ho una serata, e tu non vieni! Niente da fare, non può. La serata passa. Ma dopo la serata, se non c'è Piòtr tanto vale stare soli. E' che la gente non rispetta la disparte, se ti siedi su uno scalino a fumare e a studiare l'asfalto c'è chi si sente in diritto di richiamarti alla socialità. Non ti resta che aspettare di essere solo per davvero, e imboccare la Tuscolana.
C'è un semaforo, sulla Tuscolana, cinquecento metri prima dello svincolo del raccordo, c'è un semaforo, dicevo, che è sempre rosso. Ed è lì che volevi arrivare. Uno si ferma lì e tutto quello che puoi fare è piangere. E' li che volevi arrivare. E una volta lì c'è tutto il tempo di sfilare le cose più malinconiche che hai e rimetterle in fila in un discorso ipotetico, il Discorso Definitivo. Si dà il caso che una macchina ti si affianchi, e dentro c'è qualcuno che ha desideri simili ai tuoi, e forse anche lui sei tu. Ma tu stai piangendo, il pudore si trasforma in una mano che passa a sganciarti le lacrime dai bulbi per annegarle nei calzoni. Quanti umori si nascondono tra le fibre dei calzoni di un uomo, e non ridete.
Forse c'è anche la radio accesa, ma chi se ne importa. Le orecchie stordite di un batterista, di notte, impastano la radio con il resto, in un flusso stridente, stordente ancora. Quasi non ti avvedi che il cellulare sta bofonchiando, con l'insistenza di un bambino stupido.
- Pronto.
- Ciao.
- Chi è?

Lo sai benissimo chi è.

- Volevo avvertirti che il semaforo è verde.
- Piòtr.

Lui.

- Imbocca il raccordo ed esci sull'Appia, te la fai tutta fino a piazza re di Roma. Di lì prendi via Cerveteri ed è capace che ti ritrovi a piazza Tuscolo, e poi di lì ti ho insegnato come si arriva a plaza Caballeros del Trabajo.
- Che devo fare stavolta?
- Stavolta resta davvero su un pavimento surreale. Se ti siedi e ti fai fare un caffè hai finito i giochi, te l'avevo già detto quella volta e non mi hai dato retta. Sotto lo zerbino trovi anche le chiavi del terrazzo.
- Quelle mi mancavano, Piòtr, le chiavi del terrazzo. Ah, ma se stavolta ci sono le chiavi del terrazzo, allora tutto a posto, allora è fatta.
- Mucha mierda.

E attacca.
E io so solo che il Discorso Definitivo non l'ho dimenticato. Ma gli ho cambiato il titolo, e il titolo non ve lo dico, perché mi piacciono le cose non dette, perché sono le uniche che ancora si debbano dire.

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