venerdì 25 maggio 2007



Camminavamo per le strade di Parigi, forse verso la stazione di Bercy, dove un treno ci attendeva o dove noi avremmo atteso un treno. La fretta ci preoccupava meno del solito.
E quindi ordinammo il solito, in un bel bar berbero dalle parti della Cinémathèque, se ce n'è uno.

- Ce n'è più d'uno, aveva detto Piòtr, ma non abbiamo il tempo per vederceli tutti; scegliamo quello lì, mi sembra un po' più berbero degli altri.
- Non ne sono certo, avevo risposto io, ma se proprio insisti, cedo.

Il solito raddoppiò, e con esso raddoppiò quel che vedevano i nostri occhi, i miei e quelli di Piòtr. Quattro zingare ci lessero otto mani, sì, ci lasciammo prendere la mano, e per di più ci lasciammo prendere per turchi, e non saprei se fosse il caso, dal momento che ci trovavamo in un bel bar berbero.
Io, in preda all'ubriachezza, o l'ubriachezza in mia preda, o entrambi, in coro, recitammo il seguente soliloquio:

- Vorrei parlare di piccole esplosioni e big bang, e di quanto breve possa essere il tempo che intercorre tra un big bang e l'altro. Di quanto sia superfluo inventarsi degli spartiacque laddove esiste la provvidenza e di quanto sia imprudente - per contro - lasciare che siano gli altri a provvedere per te. Di quanto sia bello, in fondo, credere nell'invisibile e non credere all'evidenza.
Di quanto sia dolce a volte l'amarezza - chi non lo sa? - e di quanto sia buffo correggerla a colpi di saliera. Di quanto sia stupido mettere lo zucchero nel caffè e non mettere invece l'inchiostro sulle fragole.
Di come certi viaggi o certe serate inizino così così per poi rivelarsi magici, finché l'incantesimo non si arrende alla ragione, o finché la buona ragione non cede il passo ad una carenza di istinti primordiali, proiettando eventi ed esistenti nella catastrofe.

- Tu devi essere pazzo! - mi dice Piòtr
- Certo che devo. Ci si salva sempre nella follia. Mentre a tentare di salvare la testa si rischia di smarrire il resto del corpo.

Perdemmo il treno, e malgrado fosse un treno bello grosso, oh, ancora lo stiamo cercando.

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