lunedì 29 gennaio 2007

Allora...
Stamattina sveglia a un'ora indecente. Ho dormito anche ieri pomeriggio ma si vede che non è bastato. Altro sogno umiliante, frammento da dimenticare.
Mi sveglio che la gente seria sta radunando le energie per l'ultimo sprint prima della pausa pranzo.
Per prima cosa vado alla posta. Questioni di soldi.
Queste sono le mie prossime spese.
Ho appena pagato il bollo auto. Ho fatto un prelievo mezz'ora fa che si è rivelato anche insufficiente.
152 euro e qualche spicciolo. "E' un po' aumentato quest'anno" mi fa il tabaccaio.
Un po'?
Fra pochi giorni di nuovo l'affitto: 300 euro precisi.
Poi l'abbonamento mensile: 18 euro, perchè ho meno di 26 anni e se mi spaccio per studente c'è ancora qualcuno che ci casca.
Poi: quasi 80 euro di multa per un parcheggio nello spazio di fermata degli autobus. E pensare che per trovare quel posto ho dovuto pure girare un quarto d'ora. Vaffanculo ausiliari del traffico di merda che se vi incontro vi spacco le gambe!
Adesso ho pure due punti in meno sulla patente.
Per fortuna Febbraio ha solo 28 giorni e a Marzo si ricomincia, si ricomincia, si ricomincia.
Mi devono ancora arrivare dei rimborsi, devo stringere un poco la cinghia.
Niente vizi e vizietti sto mese, figuriamoci stravizi.
Devo presentare la domanda per il sussidio di disoccupazione. Insomma, ci potrebbe essere da stare allegri ma non nell'immediato.
Mi dice Olti che il padrone di casa mi cerca. Busso ma non risponde nessuno.
Ripasso in serata.
Santiago, il terzo nella casa, se ne va. L'altro giorno sono entrato e sembrava fosse passato un tornado. Disordine, scatole e scatoloni. Preparativi per il trasloco.
Anche 0ggi ho trovato la lavatrice piena. L'ho svuotata e ci ho messo i panni miei. Il turno dei neri.
Chi verrà al posto di Santiago?
Forse una ragazza, dice il padrone di casa; che mi fa anche una ramanzina sull'ordine da tenere nell'appartamento.
Una ragazza? Wow.
Ho bisogno di un cavo LAN per allacciare il mio pc a internet. Domani.
Questa forse è l'ultima volta che utilizzo un internet point.
A Monteverde ne avevo uno proprio sotto casa. Ci ho passato così tanto tempo che mi chiamavano per nome e mi davano del tu.
Qui dove sono ora sono costretto a scegliere ogni volta.
Quello di via Gallia ci fa la cresta, è troppo costoso.
Quello in via Licia, da dove sto scrivendo, è il più conveniente ma i computer sono pieni di virus.
Quello in piazza Epiro mi sembrava il migliore. Ricarichi la tua tessera e sai sempre in tempo reale quanto stai spendendo. Ci lavora una ragazza molto bella. Credo si chiami Marta. L'ho incontrata proprio prima di entrare qui dentro. No, davvero un amore di ragazza.
Però certe volte i computer sono lenti ,troppo, si impallano e perdi parte dei tuoi soldi così.
Da domani forse vi scriverò le mie cronache direttamente dal sottomarino.
Potrei non uscire più di casa lo sapete?
Mi ha detto H. che la sorella di Andrea(Le Cannu) ha preso casa vicino Re di Roma. Insomma saremmo quasi vicini. Quello che mi sorprende è che so una volta abitava proprio da queste parti prima di trasferirsi a Ostia. Non appena ha potuto vi è tornata.
Che strano. Io sono di Ostia ma ho scelto io di andarmene.
E' proprio vero che ci cresce in periferia viene su sognatore e debole come un bambino anemico.
Roma non mi appartiene davvero. Un traffico continuo di automobili passa ogni giorno davanti la mia finestra, fa tremare i vetri, mi raggiunge anche nel sonno.
Ho trovato la gelateria Procopio che mi era stata segnalata ma ancora non mi sento pronto per un cono.
La cosa strana è che nell'arco di un chilometro abitano un sacco di persone che conosco: mia cugina; Giuditta, una ragazza che conosco appena, vive a cento metri in un altro seminterrato; quella testa di cazzo di Gregory, che sono due anni mi deve pagare un lavoro e non sa che adesso siamo tanto vicini: un giorno lo aspetto sotto casa, lo sequestro e chiedo il riscatto alla famiglia.
Mi dico, faccio una telefonata, organizzo un incontro, così tanto per.
Ma non lo faccio mai.
Oggi sono stato alla posta, dicevo. Ho fatto solo un'ora e mezza di fila per versare un assegno grazie alla gentilezza di un anziano che mi ha ceduto il suo numero.
Un solo sportello per i versamenti. Una coppia di anziani rimane incastrata allo sportello per non so quale storia. Passano tre quarti d'ora e sta per scoppiare la rivolta. Alla fine aprono un altro sportello.
Sono stato così tanto tempo all'ufficio postale che è tutto il giorno vado in giro e rincontro i miei compagni di fila in ogni posto: al supermercato, dal meccanico.
Eccola la gente della mia zona, mi dico.
Avrei quasi voglia di salutarli, vedere se anche loro si ricordano di me.
Mah, sono proprio provinciale fino al midollo.

6 commenti:

danDapit ha detto...

E' buffo quando scrivi così! Diventi una persona "familiare", e sembra di aver trascorso la giornata con te!! Di aver visto le stesse tue cose!
..E poi: la fila alla posta, i vecchietti, le persone che incroci di nuovo, il piccolo villaggio del quartiere...tutti deja vù, o altre eco...come diresti tu...
(Ti sei accorto che il tono e il modo in cui impronti gli argomenti è diverso da qui a "Maledetti vi amerò"?)

s(k) ha detto...

E' il principio della raccolta differenziata. Su questo blog cerco di evitare almeno agli amici certi pistolotti che mi tengo per il mio.

Queste sono le prime cose che scrivo direttamente dal sottomarino. Mi sono allacciato a internet e ora scrivo dalla mia stanza.

Casa Russia ha detto...

Bella K!
Benvenuto nel meraviglioso mondo dell'adsl...
ps: i soldi comunque te li puoi scordare!

s(k) ha detto...

I soldi me li posso scordare?
Che intendi?

Domhir Muñuti ha detto...

Iintervengo io: i soldi di Gregory, quello che ti deve pagare il lavoro. Il fatto è che Casa Russia ha la coda di paglia! :))

s(k) ha detto...

Ah, ora capisco.
No, il fatto è che c'è davvero un Gregory che mi deve dei soldi dall'estate 2005. Non è un zozzo sovietico ma un giovane sionista.