mercoledì 13 dicembre 2006






Pensavo, giusto ieri, al fatto che i protagonisti dei film hanno spesso un peccato più o meno originale da espiare, e devono espiarlo nel giro di un'ora e mezza circa; se poi il peccato è più grande magari ci vogliono quattro ore, come nei Dieci Comandamenti di DeMille. L'espiazione passa in molti casi per il dolore fisico, perché in fin dei conti è una cosa facile da rappresentare, a differenza del dolore chimico.

Ora, LeCannu conosce la mia teoria degli spartiacque. In primo luogo mi chiedo se mai abbia tentato di metterla in pratica. In secondo luogo sento di affermare che è una teoria molto valida.
Si tratta di rompere di tanto in tanto la continuità degli eventi facendo qualcosa di espressamente memorabile, in modo da poter dire, un giorno: io prima di tale cosa ero così, poi feci la tale scelta e oggi sono colì. La differenza tra così e colì, per chi non se ne fosse accorto, consiste in una consonante.

Chiaramente tra uno spartiacque e l'altro le esperienze si confondono, e la vita assomiglia alla televisione. Ma ciò è normale e serve a giustificare il tempo imperfetto: io in quel periodo facevo questo e quello. Che se avessimo solo gli spartiacque saremmo costretti, parlando dei tempi andati, ad utilizzare solo i tempi perfetti o il passato prossimo. E il passato prossimo a me, personalmente, non piace; per non dire dei tempi perfetti, che quando li usi ti senti vecchio e siciliano.

Ora non ricordo dove volevo arrivare con la questione dei protagonisti dei film che devono farsi male per poi guarire, altrimenti il film non va avanti.

Posso dire che stasera ho giocato a calcetto, soffrendo abbastanza e segnando un certo numero di gol decisivi per la mia squadra. Credo 3 o 4. La partita è durata un'ora circa, come Dumbo, ed è finita 7 a 3 per noi.

6 commenti:

Domhir Muñuti ha detto...

No, di gol ne ho segnati solo 2 o 3, ma ho fatto un assist di prima - dalla fascia sinistra l'ho messa sul secondo palo - e uno sconosciuto l'ha trasformato in uno splendido gol di testa.

Casa Russia ha detto...

apepam ha fatto la magia! uomo di poca fede

s(k) ha detto...

E conoscendo le tue doti calcistiche è una magia non indifferente.
Ma dove li avete pescati gli avversari? All'oratorio della parrocchia San Pepito?
Anche io ho fatto una scelta spartiacque, solo che se non mi sbrigo il mar rosso si richiude su di me. Ho tempo fino al 31 dicembre.
Fammi gli auguri.
Doppi ( o tripli, con avvitamento e salto speriamo non mortale).

apepam ha detto...

Sono senza parole... ora mi temo!!!
:-S

Anonimo ha detto...

Il bello è che gli spartiacque, anche se non li cerchi con intenzione, come dei segnalibro, arrivano comunque nella vita, e ben netti, offrendosi volentieri come divisori di "un prima" e "un dopo"...
Come quando si cresce nell'infanzia: i 5 anni delle elementari, i tre anni delle medie, i 5 anni delle superiori... e lo spartiacque dell'estate, e il nuovo inizio ad ottobre...
Ogni volta è un Prima e un Dopo, che segnano: come gli anelli di crescita all'interno del tronco di un albero...

Domhir Muñuti ha detto...

Auguri K, anche se non so per cosa. Non ti so dire dove abbiamo pescato gli avversari e tanto meno dove la mia squadra abbia pescato me. Nel Mar Rosso, forse.
Poi, so che gli spartiacque arrivano da soli, ma ne conosco di gente che aspetta la manna dal cielo (daje con le metafore bibliche)..