mercoledì 20 dicembre 2006

C'è il problema ineluttabile del diventare adulti. Erroneamente si dice "diventare grandi". Erroneamente lo si diventa.
Ci ho provato anch'io a mettermi cravatte e giacche per vendere ferramenta, ma non era edificante dire mille e più bugie al giorno. Eppure sembravano tutti più fieri di me.
Sinceramente diventare adulti non è altro che imparare ad occuparsi di se stessi, che non è solo pagare le bollette o avere sempre, almeno, un paio di mutande pulite nel cassetto ... eccezion fatta per chi il cassetto lo tiene ben chiuso per non far scappare i sogni repressi in più tenere età.
Ho cercato esempi da imitare ma le biografie dei grandi spesso parlano di coincidenze e botte di culo, o semplicemente riducono ad un fatto lineare e semplice la costruzione di una carriera ...
ad esempio ... un momento solo che cerco su google ...
... non c'è niente di ...
meglio wikipedia ... un attimo di pazienza ...
... non cambiate blog ...
... ecco, ci siamo quasi ...
Sì, ad esempio ... Stanley Kubrick:

Le origini

Nasce il 26 luglio 1928 nel quartiere newyorkese del Bronx da genitori ebrei. Il padre è un medico austriaco emigrato in America in seguito alla Prima Guerra Mondiale. Fin da bambino Kubrick si appassiona ai miti dell'antica Grecia ed alle fiabe nordiche, ma soprattutto al gioco degli scacchi e alla musica jazz. Per un certo periodo, prima di cominciare ad occuparsi di cinema, sbarca il lunario anche grazie a gare di scacchi e impara a suonare la batteria.


Già questo "fin da bambino" la dice lunga, poi "sbarcava il lunario" giocando a scacchi ...

1928-1950: Kubrick e "Look"

All'età di tredici anni riceve in regalo da parte del padre una macchina fotografica. Fin da da bambino rimane affascinato dalla tecnica fotografica e nel 1942 vende alcune foto alla rivista Look. Dopo aver conseguito faticosamente il diploma, comincia a lavorare per Look come fotografo.

A 19 anni trascorre cinque sere a settimana nella sala di proiezione del Museum of Modern Art di New York a guardare vecchi film. Quattro anni dopo essere stato assunto al giornale, decide di dedicarsi anche al cinema. Nel 1949 dirige il cortometraggio Day of the Fight, autoprodotto con soli 3900 dollari raggranellati tra parenti ed amici, e che rivende alla RKO per 4000 dollari.

Il successivo cortometraggio, Flying Padre, viene finanziato dalla RKO per 1500 dollari.


Capite cosa voglio dire? Bisogna essere un buddha on un JC per avere una vita brillante e piena di soddisfazioni ... ?
Il fatto è che è tutta una menzogna. Non si può sognare una biografia così ed ottenerla ...
Certo, è anche vero che nessun biografo scriverebbe mai che Kubrick aveva la moquette nel gabinetto e faceva la cacca leggendo la settimana enigmistica con le pantofole di Titti e Silvestrino. MA NEMMENO MI DEVI RACCONTARE LA BALLA CHE BASTA ANDARE IN GIRO CON UNA MACCHINA FOTOGRAFICA, POI ENTRARE NELLA STANZA DEL CAPOREDATTORE DI VOGUE, INFINE VENDERGLI DUE FOTO COSI' ... la vigilanza ti picchia molto prima e poi ti scaraventa in strada.
No, non sono un fanatico della meritocrazia. Voglio solo difendermi dalla pubblicità sleale che gli oligarchi del sistema mi vogliono propinare.
Ammetto che in un primo momento mi deprimeva molto tutto ciò, non Kubrick in sè, ma in generale questo "Ah, si! Lui era un grande, non come te misera merda ... per domani studiare la biografia e una poesia dell'autore a memoria!".
Così impari le parole degli altri a memoria e non hai più neuroni liberi per provare a creare qualcosa di tuo ... Nessuno ti chiede più cosa vuoi fare da grande - il pompiere, l'astronauta, il macellaio, ... - e nemmeno se vuoi diventarlo.
Arrivi anagraficamente ad un età in cui la scuola finisce. I tuoi genitori ti guardano, si guardano, poi ti riguardano e sentenziano: "OK! Ora sei grande ... vai a lavorare!".

O-<-<

4 commenti:

Anonimo ha detto...

...A questo punto penso che la colpa è tutta dei mass media!
Insomma, non si può mirare ad essere dei geni, confrontandosi con la storia di una persona che la sua strada gia l'ha fatta, e sentirsi "niente", per questo, già in partenza!!!
oh, anch'io ci cado in questo tranello, ma è sbagliatissimo!!!
E non erano patetici quei genitori che chiedevano: "Cosa vuoi fare da grande?", non è meglio l'ampia fantasia di spaziare in un proprio immaginario che va evolvendosi?
La strada, per quando oscura e incognita, per quanto difficile e confusa, è nostra: pezzo di creta a cui dare forma!
Sarò pure adulta, ma la mia strada ancora ha delle forma da prendere!!

Anonimo ha detto...

...A questo punto penso che la colpa è tutta dei mass media!
Insomma, non si può mirare ad essere dei geni, confrontandosi con la storia di una persona che la sua strada gia l'ha fatta, e sentirsi "niente", per questo, già in partenza!!!
oh, anch'io ci cado in questo tranello, ma è sbagliatissimo!!!
E non erano patetici quei genitori che chiedevano: "Cosa vuoi fare da grande?", non è meglio l'ampia fantasia di spaziare in un proprio immaginario che va evolvendosi?
La strada, per quando oscura e incognita, per quanto difficile e confusa, è nostra: pezzo di creta a cui dare forma!
Sarò pure adulta, ma la mia strada ancora ha delle forma da prendere!!

s(k) ha detto...

Aiuto!
Ho creato un mostro!
A ragazzi, ma non ci farà male questo eccesso di ragionamento?
Domenica prossima vi regalo un post spensierato, se ci riesco.

Casa Russia ha detto...

il mio commento e` viva la sindrome di peter pan