martedì 10 ottobre 2006


La casa 3.

Prima di tutto in una casa ci si entra, poi una volta che sei entrato vabbè, dipende.
Si entra attraverso cunicoli bui, scale rotte da cui si intravede una chiostrina di quelle che fanno paura. Entri e a destra ci hai le statue di tre supereroi, Batman, Superman e Gesù Cristo. La chiave, per entrare si gira al contrario, per uscire anche. Quindi ti pare sempre un po' di stare uscendo quando entri e viceversa.
La stanza ve l'ho detto, per trovarla ogni volta un casino. La finestra sta su un lato corto della stanza e dà sul patio. C'è luce e c'è silenzio. E gatti, che mi imboccano in camera, e uno in particolare, che è una gatta ed è nera, e pare che gli sto simpatico, pare.
Sotto la finestra c'è un letto a due piazze ma di lunghezza ci entro giusto. Si dorme bene.
Di fronte alla finestra, sull'altra parete, c'è un quadro, un santino, un santone, ora non mi ricordo bene se è un Budda o non so che, ma a colpo d'occhio pare anche Sant'Antonio. Su un lato lungo, di fronte alla porta, c'è una scrivania rivestita di una cosa morbida che rende piacevole la scrittura, quando si scrive su un foglio di carta.
Il salone principale, da cui si accede al patio, manco a dirlo, oh, è giallo. Giallo.
Nel patio si mangia bene, si stendono bene i panni. Se c'è il sole, dice Manu, si prende il sole.
Ma non cè n'è molto, in questa stagione.

1 commento:

Domhir Muñuti ha detto...

Le statue sono in realtà a sinistra, sono a destra quando si esce, ma insomma, entrare o uscire, dicevamo, è lo stesso.. incomincio a pensare che la mia labirintite dipenda dal non completo superamento della fase dello specchio.. mi confondo sempre anche coi due lati della rambla..