mercoledì 30 agosto 2006


Avanguardingo

Quando incontri uno scrittore gli chiedi: "Come si scrive un libro?". Ma se incontri un ingegnere edile, gli chiedi, per caso, come si costruisce una casa?
Forse sì. Allora significa che sei una persona avveduta: hai capito che, in un caso come nell'altro, quello che c'è da imparare è una tékhne (mi perdonino, i grecisti, l'opinabile traslitterazione): una "perizia", un "saper fare" specifico. Non esiste un "segreto"; ne esiste, semmai, più d'uno; a fare le cose si impara poco a poco, scrutando, ascoltando, provando, sbagliando: dicono così, no?
Eppure c'è un botto di gente che scrive libri, scolpisce, suona e canta ignorando ciò che in un ingegnere edile o in un medico difficilmente manca (almeno in teoria): il senso di responsabilità.
Perdonami, stavolta l'ho detta grossa.

3 commenti:

sgamas ha detto...

giusto, sono d'accordo..cosa vuol dire però senso di responsabilità per uno scrittore-musicista etc..?non è per fare polemica ma per capire..altrimenti si finisce nel Baricchismo e proprio non è il caso..

magritte ha detto...

Sono in parte d'accordo e in parte no, e anche io penso che andrebbe specificato il concetto di senso di responsabilità. mi spiego: un ingegnere edile, se manca di senso di responsabilità, costruisce un palazzo, lo fa male, il palazzo crolla e qualcuno si fa male. Crea, materialmente, un danno. Chi scrive male, o chi fa cattiva musica, si danneggia da solo magari, ma non ammazza nessuno. Se per senso di responsabilità intendi dire, mon cher Higuerra, che oramai tanti (troppi?) scrivono a sproposito e si sentono scrittori o musicisti e quant'altro, siamo d'accordo, e un po' di tempo fa lo avevo anche scritto in un post, guarda caso, sul proliferare dei blog (alteriosclerosi galoppante?). Ma secondo me (e qui il discorso potrebbe andare avanti all'infinito) l'arte dovrebbe essere, prima ancora che tekne, espressione, allo stato più puro possibile. L'ingegnere edile può anche decidere che si vuole esprimere costruendo un ponte di fango o una casa di carta, ma se lo fa allora ha sbagliato mestiere, ed è un criminale. Chi scrive, tutto sommato, è "autorizzato" a sbagliare, e anche a scrivere "male", cosa che comunque rientra nei giudizi di merito, a meno che non si pretenda l'esistenza di un bello assoluto e universale. La cosa importante dovrebbe essere l'esprimere se stesso, riuscire a tirare fuori il proprio magma, realizzare su carta le immagini nascoste nella propria testa, usando la tekne come mezzo e non come fine, rischio che corre chi di senso di responsabilità ne ha troppo. E poi, se la vogliamo dire tutta, l'arte pura dovrebbe essere tutt'altro che responsabile, anzi, dovrebbe rischiare, andare oltre, fregarsene dei giudizi e dei riscontri. Non ci dimentichiamo che ci sono artisti, e uno di loro è morto poco tempo fa, che grazie al sacro fuoco e alla loro irresponsabilità hanno lasciato un'impronta nella storia della musica, per esempio. E scuatemi se è poco...

falena ha detto...

stavo per scrivere uno dei miei soliti pensieri logorroici ma poi ho cancellato tutto. Ho avuto pietà di voi, e peraltro qualcun'altro ha già lasciato un commento verboso. Quindi mi limito a dire che dò ragione a cybervalda (probabilmente per la prima e l'ultima volta). L'ingegnere e l'artista (musicista, scrittore, ecc.) sono due entità diverse, e in quanto tali seguono regole diverse e soddisfano esigenze diverse: i primi essenzialmente pubbliche o sociali (e di conseguenza il discorso su responsabilità, sicurezza, ecc. è valido), mentre i secondi hanno libertà di agire all'interno della propria arte (poi se scrivono cose illegibili o compongono musica orribile sono ***** loro). nei rarissimi casi in cui le due figure coincidano cmq non possono sfogare la propria creatività se non seguendo il criterio della responsabilità. Per gli uni (ingegneri) il giudizio è oggettivo, per gli altri (artisti) puramente soggettivo: e cercare di mandare al rogo i secondi per presunta mancanza di senso di responsabilità mi suona un po' come imbrigliare l'arte in canoni troppo personali e razionali, limitare l'artista. e in questo caso uno dei primi a finire sul rogo sarebbe stato proprio l'alter ego di higuerra.
Come al solito sono riuscito a trattenermi solo il parte e già così sono stato verboso; spero che mi perdoniate, avrò pietà di voi in un'altra occasione. XJLEELE