lunedì 3 luglio 2006

Commento critico a Tra i mejo amici mia

L’opera Tra i mejo amici mia è un rapido, stupefacente brano estratto da una recente raccolta, tuttavia inedita: Poesie nere, di Arduino Kakor.
Poche righe ma esemplari dello stile kakoriano, che mai cede al compiacimento formale e sempre asconde la ricerca, serissima seppur compunta, sotto le spoglie di facile trouvaille.
I suoi personaggi, come il Franco di Tra i mejo amici mia, sono portatori, loro malgrado, di una follia collettiva ma istituzionalizzata nell’esilio suburbano. La periferia diventa così il topos privilegiato, e la microproiezione, di un’assurda caccia al responsabile intesa anzitutto all’espiazione pacifica delle colpe comuni; tale intuizione, che nell’arte kakoriana assume il peso severo e umile di un’autentica poetica, s’incarna esattamente in una forma monologica che allude al dialogo, insinuando nel lettore il sospetto grave della semplice, primigenia e malata ricerca del capro espiatorio. L’interlocuzione solo accennata, il dialogo solo immaginario, sono infatti sintomi chiari di come la follia, che si pretende sempre e solo altrui, sia in realtà subdolamente rintanata nell’inconscio di ognuno.
Kakor fonde il romanesco belliano e letterario a quello odierno, suburbano, vago e mutevole; e confonde la frase per mezzo di una punteggiatura solo apparentemente scorretta, che serve piuttosto a vitalizzare – così come l’utilizzo di k in luogo di ch - il calco di un parlato, quello appunto della periferia profonda, asintattico, sgrammaticato e stupefatto.
Poesie nere è soltanto uno dei cicli letterari di Kakor; egli scrive anche racconti d'ispirazione più spiccatamente neorealista, versi ermetici, poemetti ascrivibili a certo realismo magico.

Ebbene: Café Absurd ha l’onore di introdurvi Arduino Kakor: proseta dell’ipocalarsi, poetista di grezze e attente miniature, narratorista ipergrottesco e subdialettale, pittore guazzabuglista e scultore antiprospettivista, fotografista scettico e puntuale, portierista, viaggiaturista, sommelier ma mai sommeilleur.

3 commenti:

magritte ha detto...

uhm...dal profondo della mia ignoranza cibernetica, o semplicemente per puro spirito di contraddizione, o forse perche piu prosaicamente non ho un cazzo da fare, mi domando da tempo cosa sia un blog. Sono inciampato in diversi blog, e piu di una volta mi sono chiesto cosa spinga REALMENTE le persone a creare un blog. Non parlo tanto di cafeabsurd, che mi sembra possa trovare una sua direzione, un suo senso compiuto (anche se possiamo discutere, senza rancore caro admin, sulla piccola censura che ho subito...) e una sua strada. Ma non trovate, mi chiedo, uno straripare di autoreferenzialita nel marasma di blog che circolano in rete? Gente che prende e mi racconta che e' andata al mare con gli amici e che ha litigato col fidanzato...e una massa di cybernauti sconosciuti che fanno commenti su tutto e su tutti, si accapigliano sul vuoto...fiumi di nulla che promanano dai blog di impiegatucci che raccontano di quanto odiano il capufficio. Cosa li spinge allora mi chiedo? Solitudine? Voglia di comunicare? O forse non e' soltanto voglia di farsi vedere, di entrare nella grande arena telematica sperando che il proprio blog diventi un 'caso', tipo quello di 4 tipe venete che hanno spopolato con il loro blog in cui raccontavano le loro prodezze sessuali (ho letto qualche post, a dir poco agghiacciante).
Insomma, io apprezzo chi scrive, chi si esprime PERCHE HA QUALCOSA DA DIRE. Ma mi fa un po ridere questa deriva, questo fenomeno di massa, dove tutti si sentono scrittori e la propria lista della spesa diventa un argomento filosofico...non so. Il mio non e' un intervento antimodernista o antinformatico. La tecnologia, ben venga, e il problema resta sempre l'uso che se ne fa. Ma non tutti sono scrittori, o opinionisti, anche se dio mio tutti hanno il sacrosanto diritto di provarci.

sgamas ha detto...

cybervalda converrai con me che la rete (leggi internet) è un circo..non è più divertente quindi fare la parte della bestia piuttosto che stare sugli spalti a guardare?

magritte ha detto...

Monsieur sgamas, sono tout a fait d'accord avec vous. Premesso che la rete non e' un circo ma parte del circo (nei circhi la rete serve a non far sfracellare i trapezisti), cio su cui mi perplimevo non e' certo l'aspetto ludico della questione, ne il fatto il se dello scendere nell'arena...non c'e' nulla di male a usare la rete per mettersi in gioco, e' sicuramente divertente ma...nn credo che necessariamente chi nn si butta in pasto ai pescecani internauti sia solo uno che sta a guardare. Insomma, di solito preferisco chi parla se e' perche davvero ha voglia di parlare e ha qualcosa da dire. Come poi succede nella maggior parte dei blog: chi scrive, spesso, e' perche nn ne puo fare a meno, e' un'esigenza quasi naturale. Cio su cui ironizzavo e' pero, e me ne darete atto, il proliferare di nulla che emerge da certi blog. E parlo nn tanto e nn solo di contenuti (mica bisogna per forza fare disloquire sui massimi sistemi per essere interessanti), ma proprio di qualita' della cosa...poi il buon endi uorol aveva ragione quando dice che tutti hanno diritto al proprio quarto d'ora di celebrita, ma il punto resta: perche lo cercano?