domenica 21 dicembre 2008

Lo so, sono monotematico. qualsiasi scrivano lo è. uno può ampliare lo spettro del buon argomento che ha scelto, ma alla fine dei conti si parla, tutti, sempre della stessa cosa. ciascuno della sua. c'è chi sa dissimulare, celare il nòcciolo duro sotto polpe sempre nuove, ma non c'è argomento che non sia "lo stesso". nessuno sa parlare d'altro.
e allora io parlo del sonno.
stavolta la riflessione è questa (e non escludo che lo spunto di oggi sia stato da me proposto in passato, su questi schermi): "sonno" è una parola che designa, in un certo qual modo, una cosa e il suo contrario: dormire e non dormire. si ha sonno se e quando si desidera dormire e non si dorme ancora oppure si ha sonno se si è svegli dopo aver dormito (poco). e quando si dorme si è nel sonno.
questo frizzo semantico sbraga la strada a una serie di giochetti che più ne hai e più ne metti. ma a noi (a me) questo interessa poco. quel che interessa è sostanzialmente un altro fatto: quanto più corto è il sonno, tanto maggiore sarà il sonno.
ma ecco che, pensando al viceversa, imprevedibilmente arriva un'onda tutt'altro che anomala a spazzar via il mio lecca lecca quotidiano: più sonno si consuma, meno sonno si ha. in questo caso tutto quadra.
che palle.

2 commenti:

SunOfYork ha detto...

nel mio caso succede il contrario - meno dormo, meno sonno ho;
più dormo, più sonno ho.
è il principio primo della letargia :)
sun

Domhir Muñuti ha detto...

ciao sun, che piacere vederti da queste parti.
vado a vedere se hai postato qualcosa di nuovo..