giovedì 25 settembre 2008


ringraziando iddio blasfeta, qualcosa nella vita pure si impara. ci sono piccole zavorre superflue, tipo i proverbiali sassolini nella scarpa. se hai l'accortezza di fermarti e sbarazzartene, camminerai più svelto.
io per esempio non fumo più. non disdegno l'eventuale sigaretta ma credo di aver appreso che il fumo continuo è qualcosa di veramente vomitevole. 
sono stato un fumatore vero. ho letto, come hanno fatto in molti, il best seller che ti spiega come smettere di fumare; l'ho letto quattro mesi fa. è un libretto, fa un po' ribrezzo, come il manuale dei consigli pratici del reader's digest. ma ancor prima di arrivare alla fine avevo la precisa consapevolezza che avrei smesso di fumare.
il libro si proclama praticamente infallibile. io però ci ho trovato una falla, e ora ve la spiego.
ho detto di essere stato un fumatore vero; la mia media, da che ho iniziato a fumare, dev'essere stata quindici sigarette al giorno. ad un fumatore accanito sembrerà uno scherzo.
io credo invece che fumare quindici puzzette in un giorno di 15 ore (perché tecnicamente non si fuma se si dorme) sia veramente abominevole. 
a misura della mia convinzione, ammetto persino che in questi quattro mesi ho fumato circa 3 sigarette. una me la sono goduta proprio, insieme a LeCannu. un'altra l'ho spenta a metà e poi l'ho riaccesa, perché mi sembrava stupido far finta di non averla fumata. una terza, ma non so se è questo l'ordine, l'ho fumata con due amici che probabilmente rivedrò assai di rado nel corso della mia vita. non voglio stare a puntualizzare l'eccezionalità degli eventi-sigaretta. posso dire che queste 3 sigarette me le sono guadagnate. voglio poterne fumare altre nella vita. fanno schifo, ma voglio poter scegliere. l'autore del libro citato ha scritto un secondo libro che aiuta a "bere di meno". aha! pezzo di merda, lo sai che con l'alcool non hai gioco facile! perché non ci aiuti a "smettere di bere"? te lo dico io: perché non puoi riuscirci. ecco, se il libro intuisce genialmente che la sigaretta fa schifo e che tutti lo sanno, commette l'errore di escludere che un fumatore che smette di fumare possa occasionalmente accendersi una sigaretta. io non mi proibisco il tabacco. ho fumato 3 sigarette e non per questo ho ripreso a fumare. due mi hanno fatto schifo, una mi è piaciuta, ma insomma non dico "mai".
non ho mai detto che non fumerò mai più, e sono fermamente convinto che la legge -soprattutto quella autoimposta- sia l'anticamera dell'inganno, come recita grossomodo un proverbio nostrano.
la falla del libro dipende dal fatto che chi l'ha scritto è un ex tabagista "grave". un tipo del genere non può concepire la "sigaretta ogni tanto". siamo d'accordo sul fatto che la sigaretta sia una cosa schifosa. ma ditemi voi se traete giovamento sempre e soltanto dalle cose belle e buone. e se il "giovamento" è ciò che sempre e solo vi interessa.
evviva una sigaretta ogni tanto: un  fumatore continuo non saprà mai quant'è buono il tabacco, né quant'è cattivo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

mmm e io che fumo un pacchetto??dovrei smettere:(

Domhir Muñuti ha detto...

hehe, nessuno dovrebbe smettere. a me dava fastidio, altrimenti avrei continuato!

daniela ha detto...

Molto bello questo post.
Ti sei accorto che stavolta il tuo era un discorso con un inizio e una fine? Credo che la ginnastica stia già facendo effetto. :-)

Conosco il libro di cui parli (e chi non lo conosce?), ma non l'ho letto anche se mi sarebbe piaciuto. Io ho fumato ma non ero una vera fumatrice, credo. Poi ho dovuto smettere per problemi intestinali (avevo delle allergie alimentari e la nicotina mi provocava dei danni enormi) e non ho più ripreso. Prima la sigaretta mi appariva come un'amica confortante e mai severa, adesso mi fa sentir male solo l'odore.

Hai ragione quando dici che imporsi un obbligo è qualcosa di estremamente inutile, e persino dannoso. Tuttavia credo che ci sia una bella differenza tra obbligo e legge: la legge, o regola, dovrebbe esser qualcosa a cui si aderisce per scelta, magari dopo un cammino di consapevolezza, ma mai per coercizione.

Riguardo i piaceri, è vero che si può trarre piacere anche da qualcosa di dannoso (fumo, alcool eccessivo o chicchessia); però la differenza sta nel dopo: il piacere autodistruttivo porta con sé un bagaglio di roba con cui bisogna fare i conti, il piacere "sano" invece non ha nessun tipo di retrogusto amaro; ha un sapore diverso, che a chi non lo conosce può sembrare anche meno gradevole dell'altro, ma anche lì è questione di ginnastica: ci si abitua anche a volersi bene e a star bene, e soprattutto a sentirlo come il sapore migliore che si possa mai aver assaggiato.

Domhir Muñuti ha detto...

sì, oggi rileggendomi ho notato due delle cose su cui ti soffermi anche tu:
il fatto che il mio discorso ha un inizio e una fine; e il problema dei postumi dolorosi.. e pensavo che, in fondo, una vita fatta solo di piaceri sani per un po' bisognerebbe provarla..

DRESSEL ha detto...

per carità di dio, il fuma fa male e vabbe...
ma, quando ho provato a smettere, avevo mal di testa, non riuscivo a digerire ecc, ecc...
sarà davvero dura. l'unico fatto positivo è che fumo solo sigarette rollate, senza aspirarle