martedì 22 luglio 2008

l'angolo di higuerra

non piango le notti in albergo, quando ad esempio dimenticavo gli occhiali a casa ed erano cazzi amari, a passare la notte con le lenti a stretto contatto con gli occhi, tutta una notte, davanti al pc, o dietro al pc dal punto di vista dei rari avventori, che talora erano persino rapinatori.
per non parlare di dormire sulla branda, che oltre ad essere scientemente concepita per provocare seri problemi posturali agli utenti, conciliava il sonno poco e niente. e con le lenti, poi, se disgraziatamente ti assalta il ghiribizzo di farti un sonno, ti svegli con gli occhi di vetro come un gufo impagliato.

ma mi rimprovero di scrivere sempre in modo dissennato e cattivo, inutile, lontano da un obiettivo qualsiasi, e non si tratta nemmeno di arrendersi allo stile, il quale non solo non mi riguarda, ma se mi riguardasse sarei spacciato, perché nel modo in cui scrivo di stile ce n'è poco, e c'è forse solo un'esigenza pazzesca di rifiutare le parole che si accumulano in un bolo informe e non digesto, come nella pancia del gatto a forza di pulirsi il manto con la lingua. che abitudine schifosa. io se mi ritrovo un capello nella pasta non mangio più non solo il contenuto del piatto, ma nemmeno quel formato di pasta e quel genere di condimento per i successivi sette otto mesi. capito?

ora accade che sto preparando, o meglio impreparando, l'ultimo esame della mia carriera. mi viene da ridere per due motivi: il primo è camuffare il pianto, il secondo è leggere che un fottio di mesi fa, ben più di un anno, ero alle prese con problemi analoghi di tesi insolute e carriere universitarie interminabili.

c'è chi mi consola dicendo che in tutti questi anni ho comunque vissuto, ho fatto cose, ho viaggiato, ho visto gente.

certo, va bene. tutto sta nello stabilire, una volta per tutte, che cosa conta per te nella vita, e cosa invece non conta. e al di là del fatto che chi lo capisce è in gamba, c'è da dire che siamo in molti a non avere il tempo di porci siffatta domanda, perché da un giorno all'altro ci si impone l'urgenza, per dirne una, di lavorare.

vado a dormire, non mai perché merito il riposo, ma perché sono stanco di dire cazzate.

8 commenti:

Prisma ha detto...

Dipanare la matassa intricata della propria vita non è mai cosa semplice e se non si sta attenti si finisce per rimanere incastrati in una prospettiva autodistruttiva.

Sei troppo duro con te stesso.

A volte è un bene, perchè ci si spreme di più per dare il massimo.
A volte è un male, perchè si finisce per non apprezzare niente di quello che si è fatto e si resta seduti a contemplare allo specchio il ritratto dei propri "presunti" fallimenti.

Conosco bene questa sensazione... L'ansia da prestazione che rende momentaneamente impotenti.

Stringi i denti e liberati finalmente di quest'ultima zavorra universitaria...

Il domani è incerto, ma è tutto TUO. Che tu lo voglia, o no.

Un abbraccio solidale.

Domhir Muñuti ha detto...

il domani è incerto ma nella fattispecie è il giorno del mio ultimo esame. vorrei sentirmi leggero già da subito e non dover attendere queste 24 ore. sarebbe come chiedere un anticipo sugli incassi. serenità liquida subito per concentrare le forze e accorgermi che non vale la pena di stare in pena.
magari c'è un sistema per fare questo, ma ho il sospetto che possa comportare degli interessi, che insomma poi vada restituita più serenità di quella che si chiede. come quando fai uso di sostanze, per intenderci.
e allora mi tengo la mia ansia, anche se ormai ho imparato a capire che odiarla è stupido, inevitabile ma stupido. e se la guardi bene, l'ansia, ti accorgi che è solo una voglia smisurata di spaccare il culo.
ciascuno ha da capire come si fa a dare un senso alle proprie energie.
io, nonostante tradisca in quello che scrivo un certo pessimismo, qualcosa incomincio a capire.

grazie museum

Prisma ha detto...

Se la guardi bene, l'ansia, ti accorgi che è solo una voglia smisurata di spaccare il culo.

Sante parole. È proprio così che la vivo anche io.

In bocca al lupo.
Sarebbe forse meglio dire: IN CULO ALLA BALENA!

Rotellina ha detto...

Sono d'accordo, non essere cosi duro con te stesso, e nemmeno con quello che ti circonda!!!
Se davvero ti convinci che i tuoi siano fallimenti, allora si che l'ansia ti avra' reso impotente!
Domani si festeggia!!!!!!!!!!!!

Domhir Muñuti ha detto...

ezzì, verosimilmente tra 24 ore avrò già altro a cui pensare.
a domani!!!!!!!!!!

DRESSEL ha detto...

il periodo tra l'ultimo esame e la discussione della tesi è il più bello. ero convinta che il buon andrea ci avesse presentati, ma non mi sembra di averti mai visto

Domhir Muñuti ha detto...

ah cioè tu pensavi che fossi un'altra persona?? hhahaha, che tajo!!!

Unknown ha detto...

Puoi passare il tempo costruendo ancora altre sovrastrutture di pensiero, ma la metanalisi ti impedirebbe addirittura di respirare: guidi la macchina e pronunci minuziosamente ogni automatismo, mangi e commenti il tuo stesso mangiare, scrivi e descrivi il tuo stesso scrivere ...
Recita un mantra all'infinito (o almeno per 5 min) e al termine ogni parola avrà perso ogni senso liberandoti per poi vivere le sensazioni.
Potresti riperete il tuo nome e cognome per 10 min senza sosta e vedere di nascosto l'effetto che fa.

O<-<