sabato 27 gennaio 2007

Sarà capitato a tutti. Certe volte sembra che l'orologio si sia fermato. La lancetta dei secondi se ne sta immobile per una frazione di tempo che sembra infinito. Anche il respiro si ferma.
Poi la lancetta riparte.
E' passato solo un secondo.
Solo che abbiamo guardato l'orologio proprio nel momento in cui la lancetta si era fermata dopo lo scatto. In questi casi anche il mondo sembra essersi fermato per un secondo lunghissimo.
Ieri mattina stavo raggiungendo la mia macchina parcheggiata vicino Piazza Zama. Attraverso la strada, volto la testa e vedo un uomo per terra.
La scena ha qualcosa di assurdo: la faccia tocca il manto stradale, le gambe sono per aria. L'uomo deve essere caduto mentre scendeva dal marciapiede. L'altezza del marciapiede costringe il corpo a una stranissima posa.
La cosa più inquietante è che l'uomo sembra non muoversi più. Ma io non ho visto la caduta, guardavo altrove. La lancetta dei secondi si è fermata proprio un istante prima.
Dopo un secondo interminabile un annaspare di braccia, una torsione del busto, le mani che raccolgono la cartella di pelle. Quando lo raggiungo ha già riacquistato la sua posizione verticale.
"Tutto bene?" chiedo. Il mio tono suona falso e poco convinto.
L'uomo si allontana e sembra spaventato da me.
Forse prova vergogna.
L'asfalto gli ha lasciato segni neri sul lato destro del volto, l'estremità del sopracciglio sanguina. Glielo faccio notare.
Ringrazia, si allontana. Mi allontano anch'io, sentendomi stupido e inutile.

La sera ritorno a casa. Saranno le undici. Poco prima del semaforo di Piazza Tuscolo c'è un rallentamento. Una macchina è ferma al centro della carreggiata. Procedo con lentezza e quando volto lo sguardo vedo un paio di gambe che spuntano da una coperta di lana. Una moto per terra.
Tre autobus sono in coda nella direzione opposta alla mia.
C'è un piccolo capannello di gente. Un tipo si ferma a guardare proprio nel mezzo della strada, davanti alla mia macchina. Gli faccio i fari per dirgli di spostarsi.
C'è una persona chinata sull'uomo sotto la coperta. Le gambe dell'uomo tremano, tremano, tremano. Volto lo sguardo.
Penso pure di fermare la macchina.
No, vado avanti. Che aiuto posso dare?
Deve essere accaduto da poco. Il S.Giovanni è a meno di un chilometro, l'ambulanza arriverà tra qualche istante.
O forse voglio solo guardare. Ho l'impressione che l'incidente possa essere grave. Quelle gambe che tremano forse solo di spavento.
Forse l'orologio di quell'uomo sta battendo i suoi ultimi secondi.
Mi allontano sopreso che certe cose possano accadere proprio per strada. Con la gente intorno che si avvicina a guardare, senza una musica adeguata a sottolineare il momento.

Stamattina ripasso di lì e non trovo niente a dirmi come è andata a finire.

10 commenti:

sgamas ha detto...

portasssi sfiga..

sgamas ha detto...

è una battuta eh..uno scherzo, una cosa per ridere. chiaro che non porti sfiga, la sfiga non esiste. l'ho detto per ridere, scusa, mi dispiace tanto se ti sei offeso, non volevo.

p.s.sono scuse preventive, che non si sa mai.

s(k) ha detto...

L'ultima volta che ci siamo visti giravi con le stampelle. Se portassi sfiga ti avrebbero dovuto già amputare la gamba.
Scherzo pure io, neh.

Però datti una grattata che non si sa mai.

sgamas ha detto...

ok, fatto.

daniela ha detto...

Anche tu, Sgamas, sei un simpaticone. Siete proprio un bel gruppetto, non c'è che dire. Peccato non avervi conosciuti dal vivo :-)
Dico davvero, eh.

sgamas ha detto...

Daniela, secondo me non ti sei persa molto. in ogni caso siamo tutti di roma..

daniela ha detto...

No, siete di Ostia :-)
Ma non è questo il problema...
Però, chissà, magari può capitare, soprattutto se i Limboskata diventano famosi! Te lo auguro. Ciao Sgamas.

sgamas ha detto...

mi sembra di capire che sai molte più cose di me di quante io ne sappia di te..grazie per gli auguri:)

Domhir Muñuti ha detto...

Ma i Limboskata sono già famosi.. o no? :)

daniela ha detto...

Ceeerto che sono famosi!
Io intendevo famosi, che so, come i Beatles! :-)