giovedì 29 giugno 2006


Sparigi n° 0

L’altro indomani si scassava di casa.
Eccolo partire, gli sbuffava del vento sul berretto di peli trascuri. Il climax dei suoi rapporti col padrone di casa era stato dei più aristotelici: freddo 1, caldo, freddo 2. L’ultimo freddo era però di circostanza; nel suo tour guardingo per i luoghi comuni il padrone aveva fin troppo ostentato lo scrutinio di danni a cose, senza vedere o senza dar a vedere di vederli davvero. Danni c’erano ma, avrebbe gongolato Higuerra ormai sul velivolo, erano precisamente compensati dall’apporto di ricchezze, tutt’affatto non materiali o non solo, di cui per sempre s’era guarnito l’ambiente vivendovi.
Attesa in francese voleva dire anche aspettativa; e in spagnolo speranza, addirittura. In italiano, lingua che Higuerra incoffessabilmente seguitava a prediligere, significava perlopiù: attesa. Rifletté su quanto nervosismo camuffo e represso fosse in quella parola. Come quando ti puntano addosso ghignando uno di quegli elastici gialli, a mo’ di piccola fionda.
Si scassava di casa l’altro indomani. Un fatto fermo, tra un caffè assurdo ed una boccata di sonno, col naso ficcato nella metà di un libro evidentemente noioso.

mercoledì 28 giugno 2006

Forbici, colla, lente d'ingrandimento, cartacarbone, spudore, scimitazione.