lunedì 25 settembre 2006


Smemorandum

Oggi ho comprato un'agenda, avevo troppi fogli volanti in tasca, mi serviva un po' di carta per annotare nuove idee, appuntamenti, numeri di telefono; mi serviva un nuovo mazzo di carte. E poi pioveva, e ancora piove, e certe cose se non le fai con la pioggia quando le fai? Ho comprato anche una matita, sapessi come scivola la matita sulla carta, sembrano fatte proprio l'una per l'altra, roba da non credere, cose dell'altro mondo. La prima cosa che faccio quando compro un'agenda è annotare il mio indirizzo in prima pagina; è importante ricordarsi dove si abita. Annoto anche il mio nome, ma il nome è raro che me lo scordi.

Però la sorte delle mie agende è sempre la stessa, dopo un po' le dimentico in una borsa, dimentico la borsa a casa e parto, vado. A un certo punto dimentico dove devo andare, allora mi dico: ora consulto l'agenda, ma subito mi accorgo che non ho con me la borsa con dentro l'agenda. Allora addio appuntamento. Dico: torno a casa. Ma senza agenda non so più dove abito, me l'ero scritto apposta, in prima pagina. Senza agenda addio casa, addio borsa; senza agenda addio agenda. E così di colpo mi saltano tutti gli appuntamenti, il dentista, la palestra, gli amici. E dimentico gli amici, e gli amici dimenticano me, e mi tocca ricominciare da capo a fare conoscenza con chi capita, sulla metro. Sulla metro che prendo così, senza meta, perché non ho più un'agenda che mi dica cosa devo fare, dove devo andare. E la gente che conosco così, per caso, mi lascia il numero di telefono, scritto su un foglietto volante.

Il più delle volte, per fortuna, mi ritrovo qualche soldo in tasca, e allora posso fermarmi alla prima cartoleria che incontro e comprare un'agenda nuova, e tutto si risolve. Ma quando mi ritrovo pure senza soldi, allora devo fare un po' il mendicante, dormire qualche giorno in strada, raccattare quei 5 o 6 euro che occorrono per un'agenda e una matita. E poi, subito dopo mi metto su una panchina, alla stazione della metro, e mi copio sull'agenda nuova tutti i numeri di telefono che ho in tasca, sui fogli volanti, quelli della gente che ho conosciuto sulla metro, e poi chiamo un numero a caso, il primo che capita. E mi risponde qualcuno e io gli dico come mi chiamo, che è l'unica cosa che so, e quello di solito si ricorda di me, e mi aiuta a rinfrescarmi le idee. E finisce che mi ricordo anche dove abito, allora torno a casa, ritrovo la mia borsa, la vecchia agenda. E la metto in uno scaffale, insieme a tutte le agende che non mi occorrono più.

8 commenti:

sgamas ha detto...

ti ho letto con piacere..carina sta cosa dell'agenda.

sgamas ha detto...

ti ho letto con piacere..carina sta cosa dell'agenda.

magritte ha detto...

io un'agenda non ce l'ho mai avuta. Le cose son due: o sono talmente intelligente che riesco a tenermi tutto a mente, oppure non ho un cazzo da fare, e cio' giustifica ampiamente il denaro da me risparmiato nel non acquistare un'agenda e probabilmente investito in birra. Propendo per la seconda. vxfri.
ps: ma qualcuno mi spieghera'mai perche'bisogna inserire ste lettere ogni volta?

falena ha detto...

ti ho letto con piacere..carina sta cosa dell'agenda. fmztc

falena ha detto...

ti ho letto con piacere..carina sta cosa dell'agenda. yzsuokoc

falena ha detto...

ti ho letto con piacere..carina sta cosa dell'agenda. qxwcads

daniela ha detto...

...quindi a casa devi avere una nutrita collezione di agendine; ma che te ne fai, dopo, continui a scriverci su? E poi ricordi quale è quella dell'anno corrente? O le confondi e magari ti trovi a fare le cose dell'anno precedente? E la tua vita è un vichiano ripetersi di corsi e ricorsi? in questo caso ti consiglio un libro, "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" di Audrey Niffenegger, certo leggerlo dopo Borges (o Roland Barthes come disse qualcuno) sa un po' di anacronistico ma tant'è...

LeCannu ha detto...

Bravo.