mercoledì 27 febbraio 2008

Il sogno. Il fenomeno. Quella fantasia che una volta raggiunta ti ricorda il principio stesso con cui ti proietti nell'esistenza.
Chi dice sia distorsione del reale, chi dice sia profezia, chi il presente oltre il presente.
Ma tu hai mai provato a cercarti nei tuoi sogni? Ad accettare l'amaro e delizioso onere di essere il centro di questo tuo universo?
E' un raggio di luce che a folle velocita' colpisce e a volte attraversa ogni nostra superficie. Ci fa tremare e ci emoziona. Ci illude e confonde sulle sue origini e le sue destinazioni. Esiste solo per noi e in noi.
Che preferisci il dubbio o il problema?

sabato 16 febbraio 2008

से नॉन टी इन्तेरेस्सा ला रागिओने देल्ले कोसे
से सी स्तंको दी ओग्नी गेनेरे दी प्रोग्रम्मा
से हाइ टेंपो दा कांसक्रेरे अल नुल्ला
फटती उन गिरो सु ह्त्त्प://काफेअब्सुर्द.ब्लागस्पाट.कॉम

mercoledì 13 febbraio 2008


Coffee machine.


My coffee machine has no eyes, no hands, no mouth.
My coffee machine smells better than me in the morning ... and sometimes in the evening.
My coffee machine has been burnt many times over the fire but still resists.
My coffee machine is not really a machine.
My coffee machine is my favourite habit.
My coffee machine is the mother of my coffees.
My coffee machine is the good reason to wake up.

little god

martedì 12 febbraio 2008


fiaba del buongiorno


scrivo se leggermi ti mette un bzzz elettrico su per la spina, così come a me mi si stacca di dosso una seconda pelle pazzesca quando un indice luminoso percorre la circonferenza di un'aureola, fischiando come l'umido sul bordo di uno strapiombo glassato. scrivo se per caso sul mio piccolo sonno rumoroso vorrai vegliare, se persiane pure ostinate non sapranno nascondermi la verità manesca del giorno, se per fare giorno non bastassero una mela ed un medico latitante, e per fare notte non bastassero la luna e chiudersi forte nel buio, a ventitré mandate.
scrivo (anche) se a mezzanotte abbiamo di nuovo fatto finta di rimettere ogni cosa ai principi del cosmo, quando invece il cosmo c'entra meno di niente e il niente c'entra più di tutto, in materia di patologie dello spirito. scrivo se lo spirito non è che un pirito con la esse davanti, e se il corpo l'anagramma di porco, e se per caso, in ogni caso, non sia -tutto- tutta una questione di odore, sotto sotto.
scrivo se l'olfatto non percorre trenta chilometri d'asfalto nel tempo che mi resta prima di dormire, scrivo se ancora non sai che il sonno mi mette voglia di scrivere e di mille altre cose ancora, ivi compresa quella di dormire. e di scopare.
scrivo di fronte a queste mura che, tu dici, non mancheremo di tirare giù con qualche spallata secca, purché non si scenda in piazza prima dell'ora di pranzo, ché io se non dormo non ce la faccio proprio a fare la rivoluzione. e sai che rammarico scoprire, leggendo di sottecchi un giornale mentre faccio colazione l'indomani (quale indomani?) -spremuta e croissant nel bel mezzo di un campo da polo-, che la rivoluzione l'han fatta senza di me, niente più mura, e senza di me che c'ero eppure dormivo, e le persiane ostinate m'hanno beffato per bene, una volta tanto, sebbene fosse la volta sbagliata.
scrivo perché con tanto di sonno in faccia a leggere non si riesce, ti casca tutto in avanti, e se ti piace -diciamo- fenoglio, va a finire che ti ritrovi tuo malgrado a ficcare il naso in una questione privata.
scrivo (anche) se le ragioni per farlo sono via via meno buone. scrivo sebbene si darebbe il caso di venirti incontro sulla via dell'alba, per passarci la luce da una bocca all'altra, e con la luce l'odore: il tuo di candele, balsamo e lenzuola color vinaccia; il mio di modesta giacca nuova, dolciumi e fiabe del buongiorno.

lunedì 4 febbraio 2008

Ti ricordi quando mi scrivevi sul taccuino?

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